Intervista a Simone Andreano – Cucina, arte e tradizione

Incontriamo Simone Andreano titolare del ristorante “Il Posto”, dove cucina, architettura ed arte si fondono per dar vita ad un ‘atmosfera tipicamente pietrasantina.
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Come hai iniziato?

La cucina è una tradizione di famiglia, mio padre è un cuoco. Ho iniziato per passione ,per me la cucina è arte.
Cosa caratterizza la tua attività?
Innanzi tutto una location tutta pietrasantina, dall’architettura del locale che è stata mantenuta nelle sue caratteristiche originarie seppur integrata con elementi moderni ,ma comunque tutti prodotti da artigiani locali. Inoltre la nostra cucina che è tipicamente locale, legata al territorio ma aperta anche ad influenze estere, come ad esempio l’uso di certe spezie provenienti da paesi esteri e di altri prodotti internazionali sempre di alta qualità.
Consiglieresti questo mestiere ad un giovane? E quali suggerimenti daresti?
Certamente si. Consiglierei però di affrontarlo con tranquillità perché è un lavoro frenetico. Ci vuole pazienza.

Cosa rappresenta la gastronomia oggi, per Pietrasanta?
Non c’è dubbio che i ristoranti siano la risorsa principale della città.
La stessa Piazza Duomo non sarebbe così interessante se non esistessero in città i bar e i ristoranti.
Esiste un ‘effettiva diversificazione di offerta ?
A Pietrasanta c’è un grande indotto e quindi il lavoro non manca, ma penso che non tutti quelli che lavorano in questo campo credano molto a quello che fanno. Sicuramente la diversificazione sia in termini culinari che prettamente estetici esiste, ma calcare troppo la mano sull’”atmosfera” a discapito della qualità e della professionalità,alla fine non paga.
Nel tuo ristorante oltre ai profumi della cucina si respira quello dell’arte…
Arte e ristorazione vanno di pari passo e difatti i migliori buongustai sono proprio gli artisti.Nel mio ristorante sono presenti opere d’arte di mia proprietà perché sono un appassionato. Ci sono pezzi di artisti famosi (Mitoraj, Schifani, Yasuda, Gagliani), ma lascio spazio anche a giovani artisti emergenti. Un’iniziativa che ho potuto realizzare grazie ad una collaborazione con diverse gallerie  d’arte.
Da chi è frequentato il tuo ristorante?
Da galleristi, critici , artisti, giornalisti. Il ristorante diventa una piazza dove si sviluppa il confronto mentre si gusta del buon cibo; ma anche da persone comuni. Mi piacciono gli artisti che vivono e lavorano qui che creano l’indotto, così come ammiro l’opera degli artigiani locali.
Mi piace l’identità pietrasantina e riguardo all’ aspetto prettamente architettonico del mio locale, devo un ringraziamento particolare all’architetto Tiziano Lera , unico per capacità, nel recupero dei materiali originali ed ineguagliabile nel riuscire a sposare il vecchio con il nuovo senza intaccare l’atmosfera originaria. A distanza di otto anni questo ambiente ha mantenuto la sua particolarità.
Quanto costa pranzare qui?
Si parte da un menù base di 35€ .
Quali ristoranti pietrasantini consiglieresti a parte il tuo?
Il “prodotto enogastronomico pietrasantino” nel suo insieme mi piace molto; la qualità è buona  e i prezzi sono abbordabili nella maggioranza dei casi.
Consiglierei in particolare :l’”Enoteca Marcucci” per l’alta qualità dei vini e per il valore aggiunto di Michele.“Filippo” come novità.il “Marzocco” per una serata divertente e l’”Antonio per la professionalità.

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