E così la presentazione del suo ultimo libro già in vetta alle classifiche di vendita, “ Il giorno in più”, giovedì scorso in un teatro comunale, quello di Pietrasanta, sulla soglia del tutto esaurito, è stata occasione per un viaggio a tutto tondo di un’artista che vaga dalla radio, “ il vero amore” alla scrittura, “ è una goduria che sostituisce anche il sesso”, al cinema, “ divertente” , fino alla televisione, “ serve molto, ma non mi coinvolge completamente”. Volo, dunque, protagonista di un’edizione straordinaria del Caffè della Versiliana a teatro e che una volta messo il piede sull’acceleratore verbale, non lo fermi più, anche se Fabrizio Diolaiuti, conduttore della serata, prova ad innescare, qua e là, temi e domande. “ I miei libri come quelli di Federico Moccia? A parte il numero delle vendite, dove lui stravince, direi di no. Moccia racconta la saga del ‘Tempo delle mele rivisitata’ ai nostri tempi, il sottoscritto preferisce parlare di realtà semplici, vissute ogni giorno, di amore, paure e sesso esplicito. Perché vendo così tanto? Di certo non perché faccio televisione: ci hanno provato in tanti, più famosi di me, senza riuscirvi. Diciamo che racconto situazioni evidentemente comuni, reali, magari scritte con linguaggio diretto, semplice. Non mi nascondo. I miei non sono di certo capolavori, anche perché i libri veri sono altri: è già tanto che, con il mio scrivere, riesca a fare venire la voglia alla gente di avvicinarsi alla lettura”. Si parla di amore, coppie, San Valentino. “ Ah, già, San Valentino: la festa più intelligente e vera del calendario – scherza Volo -. Barbara Alberti ha detto una frase emblematica: l’amore è per i coraggiosi, tutto il resto è coppia. Ecco, nella coppia io vedo, troppe volte, il rischio di cannibalizzarsi a vicenda, quando invece, a mio avviso, dovrebbe esprimere un sentimento d’amore e prevalere l’unicità della persona. E invece, sempre nell’altro, vediamo chi lenisce la sofferenza della solitudine: come un antidolorifico che, alla lunga, non fa più effetto. Allora aumenti la dose – ti sposi -, aumenti ancora – i figli -, passi ad altro farmaco – ti fai l’amante -. Non voglio essere la felicità di qualcuno: quel qualcuno deve essere felice a prescindere e a chi mi chiede perché non mi sposo, io rispondo, “ perché ti sei sposato?”. Il matrimonio non è un raggiungimento sociale. L’idiota quando diventa padre, non si trasforma in un uomo, ma resta idiota. Così come mi risulta incomprensibile l’amico che dice. “ mi sono divertito tanto nella vita: adesso è l’ora di sposarmi”. Ma perché? Sposati perché lo vuoi, non perché devi annoiarti e soffrire”. Schegge di pensiero che il pubblico, in particolare quello femminile, apprezzano con apparente entusiasmo. E il Volo-politico? “ Alle prossime elezioni voto Obama, di certo non