Drogati: senza saperlo, senza volerlo. Magari in discoteca, fra un drink e l’altro. I bicchieri, si sa, sono pressoché incustoditi nei locali. E allora occhio, perché c’è chi può versare nel cocktail due gocce fatali di una sostanza (oggi va di moda il Ghb) capace di toglierti ogni resistenza: diventi un corpo in balìa di altre persone.
Succede. E in Italia, purtroppo, succede sempre più spesso: almeno un centinaio di volte nel 2007. E nelle ultime settimane casi sono stati segnalati a Milano, Torino, Vicenza, Roma. Uomini e donne nel mirino: sopratutto donne. Qualche mese fa, anche il Parlamento, per bocca del sottosegretario alla Salute, Antonio Gaglione, ha messo il «timbro di Stato» sull’emergenza: «Il Ghb – è riportato nei documenti ufficiali dei lavori parlamentari -, essendo una sostanza liquida inodore, insapore e solubile in acqua, viene messo in maniera fraudolenta nel bicchiere delle persone di cui si vuole abusare sessualmente, perché tale sostanza impedisce il ricordo di quanto accaduto».
Il fine – lo rende esplicito anche il ministero – è quasi sempre il sesso. E non a caso, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti hanno definito il Ghb la «droga dello stupro». In realtà, è un farmaco, utilizzato ancora oggi in molti Sert per combattere l’alcolismo. Miscelato, però, con l’alcol ha effetti devastanti, così come ha effetti devastanti l’unione di alcol e Rohypnol, un’altra «medicina» utilizzata per combattere soprattutto l’insonnia, ma che se impiegata in modo diverso fa sballare. A volte fa anche morire.
«In base alla dose somministrata – spiega Giampaolo Brusini, responsabile scientifico della comunità di San Patrignano – gli effetti possono cambiare. C’è una risposta molto individuale al cocktail alcol-ghb. Può succedere che una ragazza si addormenti, così come che sballi. Il giorno dopo, chi è stato drogato inconsapevolmente può non ricordare nulla. Ma a volte ricorda tutto: dipende. Di sicuro avrà un insopportabile mal di testa».
Lancia due allarmi precisi Giovanni Serpelloni, responsabile dell’Osservatorio Veneto per le tossicodipendenze. «Solo nel 2007 sono venuto a conoscenza, nella mia zona, di una quindicina di casi del genere. Giovani drogati inconsapevolmente. Tutti gli esperti convengono su una statistica: i casi reali, rispetto a quelli denunciati, vanno moltiplicati almeno per dieci. Devono fare attenzione soprattutto le ragazze minorenni, che magari si sentono onorate se arriva un bel giovanatto che offre un drink. La sorpresa può essere dietro l’angolo».
Serpelloni accende i riflettori sul secondo allarme: «Dove trova la gente tutte queste sostanze? Sono farmaci, sì, ma per ottenerli è necessaria la prescrizione medica. C’è un boom del mercato nero e in particolare nelle farmacia on line. Negli ultimi mesi, queste farmacie su internet sono cresciute del 42%. Ci si può trovare davvero di tutto».
Sì, ci si può trovare anche il Ghb. E un vecchio poliziotto spiega com’è difficile il lavoro delle forze dell’ordine quando si ha a che fare con denunce simili: «Alcune donne si fanno visitare giorni dopo l’accaduto, visto che non ricordano nulla, e purtroppo i medici possono solo costatare l’avvenuta violenza carnale: le tracce di Ghb svaniscono dal corpo dopo 8-12 ore. La sostanza viene metabolizzata molto velocemente dall’organismo. Di conseguenza, le denunce sono poche, visto che anche le vittime si sentono impotenti: non ricordano il volto dell’aggressore e altri particolari importanti. Temono magari anche di incolpare innocenti; temono di non essere credute. Insomma, è un fenomeno ancora nascosto, ma crescente e preoccupante. Ha preso piede in Gran Bretagna e ora anche in Italia è scattato l’allarme».
E allora occhio al bicchiere, in discoteca e nei locali pubblici in genere. Cominciamo col non perderlo di vista. E ben vengano inizative, come quella che raccontiamo in questa pagina, indirizzate verso un bere sicuro. O comunque meno a rischio.
di Massimo Pandolfi