Nella rete alla fine, ci restano ben 17 locali, con palesi violazioni, su 36 controllati.. Questo ha portato
Sempre in questo primo scorcio di anno sono stati confiscati altri 30 apparecchi, a causa di controlli che si erano precedentemente svolti nel 2008 e che avevano evidenziato la violazione delle norme previste dal Testo unico leggi di pubblica sicurezza (Tulps). inoltre, le macchinette sequestrate avevano all'interno del denaro, anche questo posto sotto sequestro e che ammonta a 20mila euro.
Dai controlli è emerso che le schede di gioco installate sugli apparecchi sequestrati presentavano dispositivi a rulli oppure rulli virtuali e non si basavano – come invece prevede la legge – solo sull'abilità fisica, strategica e mentale del giocatore. Ecco, quindi, che le combinazioni vincenti erano totalmente indipendenti dalla bravura del giocatore ed erano assolutamente casuali.
In pratica, il giocatore, una volta che aveva inserito l'importo necessario per dare il via alla partita, interagiva con l'apparecchio attraverso dei pulsanti che gli consentivano l'accesso a dei 'giochi illeciti'. Qua, però, le combinazioni vincenti erano determinate casualmente dagli stessi apparecchi: il giocatore, pur apparentemente agendo sui tasti per fermare la rotazione virtuale dei rulli, considerata la velocità degli stessi, non poteva certo distinguere i simboli che vi erano rappresentati – numeri, frutti ed altro – e, quindi, la combinanzione veniva individuata dalla macchina in maniera assolutamente casuale e la durata della partita variava indipendentemente dall'abilità e dalla capacità del giocatore.
In un noto bar di Viareggio, inoltre, i finanzieri hanno appurato che venivano fatte puntate di singoli giocatori superiori ai mille euro senza conseguire alcuna vincita. I controlli hanno evidenziato che i gestori avevano eluso anche la normativa relativa al Tulps: questa manovra è già costata loro il sequestro amministrativo degli apparecchi e l'applicazione di una sanzione amministrativa che va da un minimo di mille euro a un massimo di 6mila euro.
I titolari degli esercizi controllati avevano l'abitudine di tramutare in moneta corrente i crediti accumulati all'interno degli apparecchi, per i quali i gestori devono corrispondere ai Monopoli di Stato una imposta annuale fortettaria pari a 144 euro.
Ecco, quindi, che quello che era sembrato un comodo modo per eludere le imposizioni fiscali e avere, così, un facile e rapido vantaggio economico è costato caro agli autori della truffa che adesso rischiano non soltano la confisca degli apparecchi ma anche la chiusura dell'esercizio. I titolari, infatti, al termine del procedimento amministrativo, potranno subire da parte dei Comuni interessati anche la sospensione dell'attività per un periodo che può andare da uno a 15 giorni.
Questa operazione è solo l'inizio di una lunga serie pianificata di controllo che prendono le mosse anche da segnalazioni ed esposti che sono arrivati alla Guardia di finanza anche da parte di parenti di alcuni giocatori che denunciavano lo stato di difficoltà in cui si trovavano le rispettive famiglie a causa della febbre del gioco.