Due giovani cameramen decidono di realizzare un documentario sui contratti precari di lavoro nel mondo del cinema e sulla conseguente instabilità economica che determinano. Lo fanno registrando la vita di una giovane coppia, Giovanni e Lucia, l'uno attore, l'altra montatrice. Il documentario però cambia presto prospettiva, dal momento che Giovanni entra in piena crisi esistenziale, lascia Lucia e comincia una relazione con una ragazza conosciuta in un locale. Inizialmente indecisi se continuare o meno le riprese, che avrebbero dovuto trattare un' altra tematica, i due registi decidono poi di continuare, per provare che la precarietà lavorativa porta spesso ad una precarietà dell' anima.
Scontato il tema (contratti di lavoro a termine, crisi di coppia, scappatelle di lui e scenate di lei) anche se bisogna riconoscere che la Negri utilizza un escamotage abbastanza nuovo per presentarcelo (la storia infatti è vista attraverso l' occhio attento della telecamera che filma 24 ore su 24 la vita della coppia).
Purtroppo non è chiaro ciò che il film vuole trasmetterci, in concreto manca il tema, il messaggio centrale: precarietà del lavoro nel mondo del cinema? Crisi di coppia? Tradimento? Amori più o meno nascosti, rivelati, vissuti? Non emerge una posizione unica e anche i documentaristi si chiedono spesso che senso abbiano le loro riprese se, nate per uno scopo ben preciso, alla fine parlano di tutt'altro.
Il ‘più' del sei più va sicuramente allo sforzo della regista, al suo tentativo di trattare temi ormai scontati utilizzando una tecnica non banale.
Così Così.
Stefania Bernacchia