Michele Placido torna sul palco della Versiliana per la 33° edizione del prestigioso Festival di Marina di Pietrasanta firmato da Luca Lazzareschi, sabato 11 agosto nella duplice veste di protagonista e – a quattro mani con Francesco Manetti – regista del titolo shakespeariano Re Lear. Nel ruolo di Cordelia, Federica Vincenti con cui Placido convolerà a nozze il 14 agosto tre giorni dopo la recita alla Versiliana, ultima recita prima del matrimonio. Completano il cast di Re Lear tra gli altri, Gigi Angelillo, Margherita Di Rauso e Francesco Bonomo. (Inizio spettacolo ore 21.30 Info 0584 265757 – biglietti da 13 a 28 euro su www.laversilianafestival.it). Luca Lazzareschi direttore artistico del Festival La Versiliana commenta: “Quello di Placido sarà certamente un ritorno alla Versiliana in grande stile e sono molto orgoglioso che un attore dalle straordinarie capacità interpretative quale è Placido abbia scelto di tornare qui con Re Lear, spettacolo che ha riscosso molto successo al Teatro Romano di Verona. Sul nostro palco avremo sicuramente modo di apprezzare un grande attore che si cimenterà con il più grande tra tutti i ruoli shakespeariani”. Una gigantesca corona di ferro (di 600 chili), adagiata sul palcoscenico, simbolo di una supremazia perduta. Tutt’attorno, antiche vestigia di potere, quello di epoche più lontane ma anche quello di tempi a noi più vicini: tronconi di statue, quadri abbandonati a se stessi, immagini del Führer e di Mussolini, mezzibusti ed effigi che riecheggiano un passato tanto inquietante quanto doloroso. Sono macerie di un universo che non esiste più, spazzato da una sorta di terremoto che non è solo materiale ma anche e soprattutto morale. L’imponente scenografia di Carmelo Giammello fa da sfondo alle vicende di un sovrano privato di ogni cosa: dell’amore filiale, innanzitutto, ma anche del suo regno; un sovrano contro il quale, come rileva lo studioso Jan Kott “congiurano terra e cielo, natura e uomini”. «Re Lear è stato scritto tra il 1604 e il 1605», spiegano nelle note Placido e Gungui, «poco dopo l’incoronazione di Giacomo I, che mise al centro della discussione pubblica il tema dell’unità del regno. Proprio questo tema diventa il punto di partenza della trama. La disgregazione del regno diventa disgregazione linguistica, la distruzione che può causare la divisione del regno si riflette sul piano espressivo…L’incapacità linguistica di Cordelia nell’articolare il suo affetto per il padre è, infatti, il fattore che innesca tutti gli eventi». E sono eventi di morte, di distruzione, di crollo di certezze e dell’eterno conflitto Male-Bene ma sono eventi che preludono anche a una rinascita, a una sofferta riscoperta di valori, in fondo mai sopiti. Ma prima di arrivare ad essa, il terreno è cosparso di sangue; ecco allora tutte quelle spade che riempiono il territorio, lo delimitano, alludendo alla violenza, al susseguirsi di morti che punteggiano la vicenda creata dal Bardo. Eppure, come sottolineano i due registi, tra tante tematiche, quella che in Re Lear prevale è l’amore, sviscerato in tutte le sue sfumature. È un sentimento che non sempre riesce a trovare adeguate forme espressive come nel caso di Cordelia verso il padre, Lear; c’è il legame tenero e spietato assieme che unisce il Matto al suo sovrano; c’è l’affetto estremo e votato al sacrificio di Edgar nei confronti del padre Gloucester; quello erotico che spinge le altre due figlie di Lear, Goneril e Regan, a tradire i rispettivi mariti per darsi al bieco Edmund, rampollo illegittimo di Gloucester. Per quest’allestimento, che segna il suo ritorno alla Versiliana, Michele Placido ha chiamato accanto a sé la futura moglie Federica Vincenti che veste i panni di Cordelia; il figlio Brenno che interpreta il Matto e ancora Gigi Angelillo (conte di Gloucester), Margherita Di Rauso (Goneril), Francesco Bonomo (Edgar), Lidia Gennari (Regan), Giulio Forges Davanzati (Edmund), Francesco Biscione (conte di Kent), Giorgio Regali (Re di Francia), Peppe Bisogno (Duca di Albany), Alessandro Parise (duca di Cornovaglia), Riccardo Morgante (duca di Borgogna) e Gerardo D’Angelo (Oswald). La XXXIII edizione del Festival La Versiliana è realizzata dalla Fondazione La Versiliana in collaborazione con il Comune di Pietrasanta e Banca della Versilia Lunigiana e Garfagnana, Soci Fondatori della Fondazione e anche grazie al prezioso contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.