di Susanna Benassi Seconda parte- Intervista al Dr. Claudio Lucetti , Neurologo e dirigente medico presso l’U.O. di Neurologia dell’ospedale Versilia.Parliamo allora del ” pensiero” …cos’è ?Il pensiero e’ quell’attività della mente grazie alla quale siamo capaci di elaborare idee e concetti. Attraverso questa attività psichica l’ uomo acquista coscienza di se’ e della realtà esterna.Il pensiero è stato materia di studi filosofici fin dall’antichità; nella filosofia antica il pensiero era unito indissolubilmente alla dimensione ontologica, cioè dell’essere: per Parmenide l’essere di un oggetto è dato dalla nostra capacità di pensarlo, Cartesio formulò la riflessione “Cogito ergo sum”, cioè Penso, quindi sono. Per Cartesio, pertanto il pensare diventa garanzia autosufficiente dell’esistenza, cioè della realtà.Qual’ è l’approccio della scienza odierna al “pensiero”?Nelle Neuroscienze, cioè dal punto di vista fisico-biologico, il pensiero è considerato un’attività di elaborazione delle informazioni a partire dalle percezioni sensoriali, e quindi dell’esperienza vissuta dal soggetto da parte della mente stessa ,intesa come attività del cervello. L’elaborazione del pensiero è collegata allo scambio di informazioni tra neuroni attraverso le sinapsi.La tecnologia che ruolo ha avuto nello studio dell’ attività del pensiero?Ad oggi abbiamo delle sofisticate tecniche d’immagine che sono in grado, non solo di “fotografare” il cervello, ma di analizzarne il funzionamento. Di particolare interesse è la risonanza magnetica funzionale (fMRI); tale metodica è in grado di identificare le aree attivate del cervello utilizzando quella che viene definita tecnica BOLD(Blood Oxygenation Level Dependent contrast segnale dipendente dal livello di ossigenazione del sangue) che sfrutta le variazioni locali di concentrazione dell’emoglobina a seconda dello stato in cui si trova (emoglobina ossigenata o emoglobina non ossigenata).Può chiarirci meglio cosa e’ possibile osservare attraverso questa strumentazione?In pratica un qualsiasi stimolo sensoriale, motorio o cognitivo, produce un aumento localizzato dell’attività neuronale che induce un locale rapido aumento del volume e flusso sanguigno; il risultato finale è quindi una variazione positiva di flusso con conseguente aumento della concentrazione dell’emoglobina ossigenata. Con questa tecnica è possibile, pertanto, spiare le attività cerebrali, scoprendone i segreti: le parti del cervello più attive sono riconoscibili perché più “affamate”di ossigeno per le proprie aumentate necessità, e più ossigeno “mangiano”, più appaiono evidenziate. Così facendo anche le zone più profonde e occulte del cervello vengono “colte sul fatto” o potremmo dire,” paparazzate”e immortalate in un fermo immagine che ne svela il funzionamento in attività.Ma allora, potremmo con tali tecniche arrivare a leggere il pensiero?Allo stato attuale delle conoscenze non è ancora possibile; certo è che in un futuro prossimo, con l’avanzare delle ricerche, si potrebbe riuscire a vedere cosa “frulla nella testa”di qualcuno .Abbiamo visto che con la fMRI possiamo in qualche modo spiare l’attività cerebrale, ma i modelli di attivazione sono ancora poco conosciuti.Cosa sono i modelli di attivazione?Se per esempio se si pensa ad una mela si genererà un modello di attività cerebrale che sarà simile in tutti gli uomini e che si presenterà ogni qualvolta si pensera’ad una mela. E’ pertanto possibile ipotizzare la costruzione di un codice di risposta cerebrale ai più svariati stimoli sensoriali e non solo.Riguardo ai modelli di attivazione che ha appena citato… In alcune serie televise americane, si mostrano spesso attività d’ indagine strumentale sul cervello, tipo quella che ha appena citato, in riferimento ad esempio a sospetti di pedofilia o di stupro. Vengono mostrate immagini ai soggetti e monitorate le loro reazioni cerebrali. C’ e’ del vero in quanto ci viene mostrato?Per il momento, direi proprio di no; quanto mostrato in queste serie tv continua ad essere fantascienza, o meglio… ” frantaneurologia” ! br>Quanto detto a quali future applicazioni potrebbe portare?Un’applicazione futuribile potrebbe essere anche l’impiego della fMRI come “macchina della verità”, una volta ben condificati dei pattern di attivazione cerebrale corrispondenti a “menzogna” e “verità”.Negli Stati Uniti e speriamo presto anche in Europa, è stato annunciato dallo stesso Barak Obama un progetto denominato “Brain Activity Map” (BAM) che ha lo scopo di mappare l’attività neuronale.Il cervello e’ quindi solo un freddo calcolatore e noi tutti dei semplici automi pre- programmati ?!No, infatti,da quanto detto non vorrei però indurre a vedere il cervello con le sue reti neuronali come un “freddo calcolatore” e quindi a considerare la mente come un dispositivo automatico.Il concetto per cui “pensare”, significherebbe dunque, calcolare, è un modello condannato all’idea che la mente sia una entità isolata e solitaria, che non ha bisogno della relazione con gli altri.Quindi, come stanno davvero le cose?In realtà, il colpo di scena è che il nostro cervello va oltre il mero calcolo. Una tra le scoperte neurologiche più importanti di questi ultimi anni è quella dei cosiddetti “neuroni specchio”: quando osserviamo un nostro simile compiere una certa azione, si attivano nel nostro cervello gli stessi neuroni che si attivano quando siamo noi a compiere quella stessa azione. Per questo possiamo imitare l’azione altrui, perché il nostro cervello si trova sulla stessa lunghezza d’onda, per dir così, a quello della persona che stiamo osservando. Si tratta di un meccanismo cerebrale fondamentale, perché permette una sorta di comunicazione non linguistica fra i cervelli.Sta parlando del ” linguaggio non verbale”… Possiamo approfondire?Il sistema-specchio se così vogliamo chiamarlo oltre ad essere probabilmente alla base dei meccanismi di socializzazione rappresenta un sistema di apprendimento più globale: è facile intuire, infatti, che riconoscendo i gesti altrui come propri, i neuroni specchio siano alla base dell’apprendimento per imitazione.