di Susanna Benassi “Le nostre paure ci rendono dei traditori, quando non lo fanno le nostre azioni” (William Shakespeare)La dipendenza e’ fuga dalla realtà, figlia della paura, dispensatrice di illusioni e fagocita la libertà di chi governa. L’abuso di sostanze ha una storia antica che ha subito un’evoluzione nel tempo,sia nella tipologia di droghe utilizzate che nei costumi. Da comportamento individuale o di gruppo ristretto, e ghettizzante,si sta trasformando in fenomeno di massa,sopratutto tra gli adolescenti.Intervista alla Dott.ssa Maria Paola Freschi, Presidente OGAP(Associazione Operatori Gruppi Polidipendenze)Cocaina e alcool, un po’ di storia…L’alcol ha una storia secolare, se ne trova menzione nelle prime tracce di scrittura… considerato sostanza afrodisiaca, nettare degli dei, divenne rapidamente protagonista della vita sociale, culturale e religiosa dell’uomo. Probabilmente già i cacciatori e i coltivatori della preistoria conoscevano l’effetto stupefacente dei frutti fermentati .Una storia molto più recente, invece,(circa un secolo) quella della cocaina, Estratta dalle foglie di coca e inizialmente usata come stimolante dalla popolazioni andine. Nell’Ottocento ne fu isolato l’alcaloide che oggi conosciamo con il nome di cocaina, droga illegale in tutto il mondo e al contempo evocatrice di paradisi artificiali, icona musicale e cinematografica. Le due sostanze si incontrano sul finire del XIX secolo, dando forma ad un legame reciprocamente rinforzante e , molto spesso, indissolubile.Chi è il “consumatore-tipo” di questo binomio di sostanze?Questa modalità di assunzione è un problema che non riguarda solo gli adulti. Nelle fasce pre-adolescenziali, adolescenziali e dei giovani adulti le percentuali di consumatori che sperimentano l’uso di cocaina e alcool è in continua crescita. Assuefazione, caduta della tolleranza e dipendenza dalle due sostanze sono molto frequenti e in costante aumento .Oggi Il 75% dei consumatori di cocaina abituali usa anche l’alcool.Quali sono gli effetti che produce la dipendenza da alcool?L’alcool è un sedativo ipnotico che aumenta sia la dopamina ( sostanza rilasciata dai neuroni e che attiva una sensazione di benessere) che il GABA ( inibitorio del sistema nervoso centrale, cioè sedativo). E’ metabolizzato a livello epatico attraverso l’alcool deidrogenasi ed un complesso sistema enzimatico.Quali invece, quelli della cocaina?La cocaina ha una forte capacità di stimolare il sistema nervoso centrale, aumenta la dopamina e la norepinefrina. Quest’ultima sostanza in particolare controlla funzioni come lo stato di allerta, la percezione del dolore, la vigilanza, la memoria, l’apprendimento, l’attenzione, la motivazione, la capacità di iniziativa, ed ecco spiegato l’uso della cocaina come forte stimolante . E’ metabolizzata a livello epatico attraverso la colinesterasi.E gli effetti del consumo associato delle due sostanze?Dal punto di vista chimico, l’abbinamento tra le due sostanze forma un’altra sostanza, il cocaetilene, che dà una fortissima dipendenza ed è altamente pericolosa per il cuore. Inoltre l’alcool aumenta la velocità degli effetti della cocaina e rende più difficile controllare la propria aggressività, le proprie paure o ansie. L’assunzione associata delle due sostanze può avere pericolose interazioni farmacologiche quando, ad esempio, si è sotto terapia medico-farmacologica di qualsiasi tipo, ( psichiatrico, in particolare).Può spiegarci meglio il meccanismo interattivo tra alcool e cocaina?Essendo l’alcol un depressore del sistema nervoso centrale e la cocaina uno stimolante dello stesso, il loro uso combinato può’ determinare l’attenuazione di alcune loro caratteristiche (annullamento degli effetti, con conseguente ricerca di maggiore assunzione) oppure, al contrario, può apportare effetti aggiuntivi o sinergici, provocando gravi stati allucinatori o psicotici.Molti consumatori abituali di cocaina utilizzano l’alcol per migliorare o “governare” la stimolazione euforica data dalla cocaina.Gli effetti si ripercuotono sul sistema nervoso centrale, sul sistema cardiovascolare oltre che sul quello gastrico ed intestinale, ma soprattutto sulla capacità di controllare l’assunzione, inducendo in gran parte dei casi forme di dipendenza molto grave. E’ necessario quindi intervenire precocemente sulla disassuefazione e la riabilitazione.E’ possibile aiutare le persone affette da questa forma di dipendenza?E’ possibile se si combinano efficacemente le terapie mediche con quelle riabilitative come nella nostra esperienza basata su una collaborazione costante tra medici (clinici, psichiatri) e riabilitatori, conduttori di gruppo (psicologi, psicopedagogisti).Perché e’ necessaria questa sinergia tra diverse figure mediche? Perché i due aspetti della dipendenza, quello fisico e quello psicologico comportamentale, hanno la necessità di essere affrontati parallelamente creando una sinergia terapeutica efficace e , soprattutto, duratura.Quali sono le terapie più efficaci che ponete in essere?La terapia solo individuale ha dimostrato negli anni tutti i suoi limiti, in particolare nel mantenimento dell’astinenza. Il metodo più efficace in questi casi, presuppone che i pazienti vengano seguiti sia individualmente, sia all’interno di un gruppo riabilitativo, per un periodo di tempo abbastanza lungo.Ci spiega a grandi linee come funziona la terapia di gruppo?Il gruppo per la dipendenza da sostanze si pone l’obiettivo di aiutare le persone attraverso il raggiungimento dell’astinenza, il coinvolgimento personale, l’osservanza di regole comportamentali , la presenza di almeno un familiare o supporter, il supporto emotivo e relazionale. Il gruppo è condotto da un operatore esperto e ha dimostrato efficacia , nel mantenimento dell’astinenza e nel miglioramento della qualità di vita dei pazienti, nel 70% dei casi.Dalla sua esperienza,quanto è diffuso questo problema in Versilia? Qualche dato?La Versilia è terra di divertimento ma anche di “sballo”. E’ luogo di passaggio, di consumo, ma anche di traffici delle sostanze. Dati alla mano, si può parlare di circa ventimila versiliesi che fanno uso di entrambe le sostanze. Non è un fenomeno solo delle fasce di popolazione adulta. Nelle fasce pre-adolescenziali, adolescenziali e dei giovani adulti le percentuali di consumatori che sperimentano l’uso di cocaina e alcool cresce avvicinandosi al 30%. In alcuni casi si tratta di esperienze uniche, successivamente abbandonate. Ma un dato certo è che il 75% dei consumatori di cocaina abituali usa anche l’alcool. E di questi , circa il 60% può essere definito come dipendente.Chi sono i consumatori cd “abituali”?I consumatori definiti abituali sono persone apparentemente “tranquille” (le virgolette sono d’obbligo) ; professionisti, operai, studenti, disoccupati, il censo e il ceto sociale non influiscono sulla trasversalità del fenomeno. Il consumo è duplice e concomitante anche perché l’una sostanza “richiama” l’altra e viceversa.Solitamente il consumo avviene dopo il turno di lavoro oppure in discoteca o in locali notturni . D’estate il fenomeno mostra il picco maggiore.Chi fa uso di questo mixer si rende conto di avere un problema ?Spesso una persona non si rende conto di avere un problema, almeno fino a quando i sintomi non sono più mimetizzabili,i comportamenti impropri e incoerenti assumono caratteristiche esagerate e la dipendenza si manifesta in tutta la sua gravità. Fino a quel momento tutto sembra rientrare nella “normalità”. Lo sballo settimanale in compagnia o da soli, la serata mensile dello sballo, l’occasione ripetuta vengono vissute e percepite come modalità di divertimento assolutamente innocue e inoffensive.L ‘appuntamento settimanale o mensile che comporta l’assunzione di queste sostanze e’ già un sintomo premonitore di una futura dipendenza?In realtà lo sballo programmato e l’appuntamento periodico su cui puntare come valvola di sfogo dallo stress e dalla pressione lavorativa o relazionale quotidiana, costituisce già di per sé un buon indizio diagnostico.Queste persone riescono a chiedere aiuto autonomamente,quando si rendono conto di aver sviluppato una dipendenza? O ciò avviene per tramite di un familiare,amico etc…?Di solito le persone chiedono aiuto in entrambe le modalità (individualmente o con familiare accompagnatore) ; ma in misura maggiore sono i familiari che si rivolgono agli esperti per un aiuto, soprattutto per capire le modalità di avvicinamento al soggetto e di come sia possibile fargli prendere coscienza di avere effettivamente un problema.Diamo qualche indicazione a chi sta vicino ad una persona con questa dipendenza: quali sono i segnali che devono far allertare? Che tipo di atteggiamenti assume durante la giornata?Come si diceva , il fenomeno ha un esordio abbastanza subdolo perché i comportamenti dello sballo sono molto diffusi e spesso vengono tollerati e percepiti anche dai familiari come tipici della giovane età, oppure di certi ambienti , di certi contesti e quindi sottovalutati. Per i consumatori abituali di cocaina e di alcol i sintomi possono celarsi dietro alcuni comportamenti abituali, o anche cambiamenti a livello di comunicazione verbale o non verbale. Oltre la solita aspirazione nasale e il concomitante prurito, si può notare un nervosismo per un non nulla, aggressività immotivata ,bugie, pelle bianca con occhiaie, capelli grassi,occhi spenti (in assenza della sostanza). Invece quando il soggetto è sotto l’effetto delle sostanze,ha gli occhi spalancati con pupille dilatate, un aumentata velocità di movimento , eccessiva sudorazione, e l’eloquio è inarrestabile (parlare tanto).Cosa deve fare il familiare che si rende conto del problema di un suo congiunto?Certamente il familiare deve essere supportato nelle varie fasi dell’intervento…sia nella fase di accoglienza, durante la quale viene a conoscenza dei vari aspetti della dipendenza, sia nella fase della partecipazione al percorso terapeutico e riabilitativo, quando la sua partecipazione diventerà un elemento essenziale nella riabilitazione del soggetto, perché da questi tipi di dipendenza è molto difficile uscirne da soli.Note Biografiche:La Dott.ssa Maria Paola Freschi e’ nata a Lari il 29/06/1956• Diploma di Maturità Scientifica anno scolastico 1974/75conseguito presso Liceo Scientifico Statale –Pontedera (PI) votazione 48/60• Magistero in Scienze Religiose con indirizzo Ped-Didattico conferito il 21/06/97 dalla Pontificia Università Lateranense Istituto Superiore di Scienze Religiose “Beato Niccolo’ Stenone” –Pisavotazione Magna Cum Laude (86/90)• Attestato di Qualifica Operatore di Comunità per tossicodipendenti Regione Toscana:conseguito presso ENAIP prov.le di Lucca il 15/03/99• Attestato di frequenza Percorso di Formazione e Training per Conduttori di Gruppi:alcoldipendenti e tossicodipendenti giovani a rischi e loro familiari 1999-2000 – Azienda U.S.L. 1 di Massa Carrara• 30 novembre 2001 – Montecatini Terme (PT)Incontri sul tema: LE DIPENDENZE Intervento: “L’alcolismo : Il percorso riabilitativo-I familiari degli -alcodipendenti” • Attestato di partecipazione“Convegno Droga e nuove odissee”Carrara marzo2003 • 26 giugno 2001 – Sede PROVINCIA MASSA CARRARA Giornata nazionale Lotta alla droga Intervento: “L’alcolismo : Il percorso riabilitativo”• Attestato di partecipazione“I gruppi e la loro funzione terapeutica” Relatore Dr. Anton ObholzerAzienda U.S.L. 1 di Massa Carrara Filattiera 20 giugno2003 • Attestato di partecipazione“Incontri terapeutici secondo il modello tavistock” Relatore Dr. Anton Obholzer Azienda U.S.L. 1 di Massa Carrara Prot. n°203.04• Attestato di partecipazione“Conferenza dei servizi socio-sanitari” Azienda U.S.L. 1 di Massa Carrara Aulla 16 dicembre 2004 • Attestato di partecipazione“Congresso sulle nuove droghe e dipendenze” ?Boloogna 7-8 febbraio 2005 • Operatrice Volontaria:Comunità Aperta Pisana Usiliano di Lari (PI)Presidente: Don ARMANDO ZAPPOLINI Dal 1988 al 1999 • Operatrice Volontaria:Centro Alcologico Integrato – A.S.L. n°1 Massa Carrara Dal 1999 ad oggi Dal 2002 :Presidente OGAP Associazione Operatori Gruppi Polidipendenze• Referente ed organizzatrice:Corso CESVOT: “Formazione per volontari conduttori di gruppi”Maggio- settembre 2003 • Referente ed organizzatrice:Corso CESVOT: Percorsi d’Innovazione: “Estate…insieme”Diurno per figli di famiglie con disagi di polidipendenza 14 giugno- 27 giugno 2004 • Referente ed organizzatrice:Corso CESVOT: “Percorso di Formazione per Promotori sociali Volontari”25 ottobre- 6 dicembre 2004 • Referente ed organizzatrice:Corso CESVOT:“SOS cultura e ambiente”ottobre- dicembre 2005 • Referente ed organizzatrice: Corso CESVOT:“Città e Volontariato; alla scoperta della storia e della tradizione ”dicembre 2007• Referente ed organizzatrice:Corso CESVOT:“Alcol e dipendenze: condurre un gruppo di riabilitazione”settembre- dicembre 2009 • Referente ed organizzatrice all’interno del progetto DI.RE.VI.TA. n.2 corsi di Formazione per Operatori rivolti all’accoglienza e all’orientamento delle ?donne che hanno subito vipolenza ed all’attività di orientamento nel settore Progetto Provinciale Maggio 2009- dicembre 2010• Referente ed organizzatrice: Corso Provinciale:“Il gioco d’Azzardo Patologico”Ore 24 febbraio- giugno 2011 • Ad oggi?PRESIDENTE| Rappresentante Legale O.G.A.P Associazione Operatori gruppi ?Polidipendenze CF 91006420458 Membro del Direttivo OGAP FCS Formazione Consulenza e Sviluppo con funzioni di Direzione e Coordinamento’Carrara