di Susanna Benassi Intervista al Dr. Angelo Nuti, Neurologo e Dirigente Medico presso la UOC di Neurologia dell’Ospedale Versilia e Responsabile dell’Ambulatorio per le Cefalee e della Sezione per la Neurologia d'Urgenza.
Cos'è la cefalea tensiva?
La cefalea episodica di tipo tensivo e' la forma più comune di cefalea (circa una persona su tre ne soffre almeno una volta al mese, quindi è molto più frequente dell'emicrania, ma molto meno invalidante e perciò più raramente giunge all'osservazione del medico. Anche in questo caso, come per l'emicrania, è più frequente nel sesso femminile.
Quali sono i sintomi?
È caratterizzata da un dolore diffuso ( non lateralizzato) più modesto rispetto all'emicrania e riferito spesso dal paziente come costrittivo -un cerchio che stringe la testa- scarsamente responsivo alla terapia. Ciascuna crisi di cefalea tensiva può durare dai 30 minuti ai 7 giorni e presentare fluttuazioni durante il giorno. Talora la cefalea tensiva si struttura come forma cronica con frequenza superiore a 15 giorni al mese per un periodo di almeno 3 mesi, rappresentando in questi casi una condizione di forte disabilità.
Da quali fattori deriva?
Frequentemente la cefalea di tipo tensivo è correlata a situazioni di stress psico-fisico, disturbi dell'umore, d'ansia, disturbi del sonno oppure a disturbi della rachide cervicale che non sono la causa della cefalea, ma dal cui trattamento questi pazienti possono trarre beneficio.
La cefalea a grappolo, invece ?
È la terza delle forme di cefalea primaria meno frequente rispetto alle altre due, ma comunque abbastanza diffusa rispetto a quanto si riteneva un tempo.
Qual è il sesso più colpito e come si presenta?
Colpisce prevalentemente maschi della terza decade di vita e si presenta con dolore unilaterale d'intensità molto severa, riferito spesso dai pazienti come il "peggior dolore" mai provato nel corso della vita. Può avere una durata che va dai 15 ai 180 minuti.
Perché viene definita a "grappolo"?
Il termine "grappolo" sta ad indicare il ricorrere delle crisi ravvicinate (grappolo di crisi) da una ogni due giorni a otto al giorno, per un periodo variabile da una settimana a svariati mesi o addirittura anni nelle forme croniche.
Quali sono i sintomi nello specifico?
Il dolore si accompagna a lacrimazione dell'occhio, iniezione congiuntivale, congestione nasale con senso di ostruzione e abbassamento della palpebra dal lato interessato dal dolore e ad agitazione e irrequietezza.
C'è abbastanza informazione circa i vari tipi di cefalee?
La cefalea ha acquisito negli anni una sua dignità di malattia accanto agli altri disturbi neurologici, ma ancora oggi molti soggetti cefalalgici, anche gravi, non giungono all'osservazione medica perché sottovalutano il disturbo e confidando in automedicazioni spesso improprie.
Con quali conseguenze?
È chiaro ormai che un precoce e corretto inquadramento della cefalea non è solo utile, ma necessario per identificare cause secondarie di cefalea, talora gravi e riconoscere e trattare le forme primarie correttamente, evitando disabilità e complicanze.
A chi rivolgersi quindi?
Il paziente non va mai lasciato solo e al lavoro importante dei medici di famiglia, va affiancata la possibilità di accesso ad ambulatori dedicati, dove sia possibile una vera e propria presa in carico del paziente con cefalea.