di SUSANNA BENASSI Un uomo che dorme tiene in cerchio intorno a sé il filo delle ore, l'ordine degli anni e dei mondi. (Marcel Proust)
Sul sonno, la scienza ha ancora molte domande a cui dare una risposta.Pur non conoscendo il vero motivo di questo "riposo" fisiologicamente imposto, possiamo però affermare cmhe la sua assenza e' dannosa per la nostra salute e di conseguenza e' ragionevole dedurre che il sonno sia un'attività da cui gli esseri viventi non possano prescindere. Senza sonno non potremmo sopravvivere e, quando per qualche motivo la sua normale attività subisce delle alterazioni, tutto il nostro organismo ne risente.
Intervista al Dr. Claudio Lucetti, Neurologo e dirigente medico presso L’U.O. di Neurologia dell’ospedale Versilia.
Cos' e' il sonno?
Il sonno è quell'"attività/inattività" per cui trascorriamo circa la metà
della nostra esistenza tra le braccia di Morfeo.
Perché definisce il sonno " attività-inattività"?
Per meglio chiarire … ho parlato di attività/inattività perché durante il
sonno, anche se apparentemente il nostro corpo e le nostre facoltà mentali
appaiono in uno stato di quiete, il nostro cervello è in piena
attività ! Grazie a studi condotti negli anni '50 da un gruppo di
neurofisiologi pisani, sappiamo infatti che il sonno non è un fenomeno passivo.Mediante tecniche di lesione, stimolazione farmacologica e elettrofisiologica, dimostrarono che il sonno e la veglia sono due fenomeni entrambi attivi legati all'intervento di circuiti specializzati all'interno del tronco encefalico.
A quando risalgano i primi cenni sul sonno nella storia dell'uomo?
Il sonno e il fenomeno del sogno ad esso legato sono stati nel corso dei
secoli materia di interesse per filosofi e pensatori.Per gli antichi Greci il
sogno rappresentava un canale di comunicazione fra gli Dei e l'uomo ed era per lo più premonitore di disgrazie. Nel primo medioevo assistiamo ad un processo di "aristocratizzazione" del sonno, vengono infatti privilegiati i sogni di re, imperatori e santi ai quali si attribuisce un carattere profetico. I più famosi esempi sono senz’altro i tre sogni profetici che Dante fa sul monte del Purgatorio prima dell’alba, e che dimostrano il volto positivo e divinatorio del sogno.Il sonno come entità fisica e dunque esposta, al pari della veglia, agli insulti della malattia e dell’invecchiamento è una più recente conquista del positivismo. Celeberrima è la descrizione del noto personaggio dickensiano nel romanzo "Il circolo Pickwick", il sonnolento e grassoccio ragazzo di nome “Joe”, che finirà con il legare, in modo quantomeno bizzarro, il titolo del romanzo, al noto eponimo letterario della medicina moderna: la sindrome di Pickwick.
Cos'è la "sindrome di Pickwick"?
E' una sindrome caratterizzata da ipoventilazione e sonnolenza, che si
riscontra nei pazienti obesi. Il nome deriva appunto dal grassoccio
personaggio dickensiano "Joe" . L'obesità rappresenta l'elemento cardine della sintomatologia poiché induce una minore espansibilità polmonare e quindi una diminuzione dell'ossigeno ed un aumento dell'anidride carbonica che inducono sonnolenza. Il calo ponderale rappresenta la miglior cura per questi pazienti.
Quando, la scienza inizia a studiare il fenomeno del sonno?
La "vera" storia del sonno inizia quando vengono messe a punto le tecniche di elettroencefalografia (EEG). Tale scoperta ha aperto nuove prospettive allo studio del sonno: agli inizi del terzo decennio del ventesimo secolo, con il moltiplicarsi delle registrazioni EEG e la possibilità di identificare e
differenziare lo stato di veglia da quello di sonno attraverso l’analisi delle
onde elettriche cerebrali,il sonno comincia ad incuriosire una rappresentanza sempre più nutrita di scienziati.Negli anni ottanta, lo studio del sonno viene esteso alla pratica medica ed entra prepotentemente nella indagine conoscitiva della patologia sonno-realtà : si riconoscono e vengono descritti e inquadrati i grandi capitoli patologici dall’insonnia, all' “ipersonnia” e alle “parasonnie”.
Come viene studiato il sonno?
Abbiamo visto che il modo più semplice per studiare il sonno è dato
dall'impiego dell'EEG: una macchina che è in grado di registrare l'attività
elettrica del cervello così come l'elettrocardiogramma misura l'attività
elettrica del cuore. E' stato proprio lo sviluppo di questa tecnica che ha
permesso un incremento delle nostre conoscenze sul sonno.
Se misuriamo l'attività elettrica cerebrale durante lo stato di veglia
osserviamo la presenza di onde rapide (onde alfa) caratterizzate da un
voltaggio molto basso; quando il livello di vigilanza aumenta e l’attenzione si
intensifica, le onde cerebrali si fanno più rapide e di minore voltaggio (onde
beta) .
Durante il sonno, cosa succede?
Ci sono due tipi di sonno: il sonno NREM (Non Rapid Eye Movement) cosiddetto "sonno tranquillo" e il sonno REM ( Rapid Eye Movement), noto come sonno "paradossale" o attivo. Il sonno procede in cinque fasi che si ripetono, ognuna caratterizzata da diverse onde cerebrali.Nella prima che dura dai cinque ai dieci minuti, il tempo necessario ai muscoli per rilassarsi, vengono prodotte onde Alfa. Nella seconda, cd di preparazione al sonno profondo,caratterizzata da onde Theta, il cervello inizia a rallentare la propria attività, così come rallenta la frequenza cardiaca e la respirazione. La terza fase rappresenta l'inizio del sonno profondo,le onde prodotte dal cervello sono di tipo Delta, ma possono esserci incursioni di attività cerebrale più veloce. Nella quarta, il sonno e' profondo e le onde sono di tipo delta. L'ultima fase e' quella in cui si sogna (sonno REM ), l'attività cerebrale e la respirazione aumentano, lo stato e' simile a quello in cui si è svegli e i muscoli delle gambe e delle braccia attraversano uno stato di "paralisi" che si ipotizza essere un meccanismo di protezione nei confronti dei sogni.
Quanto dura il ciclo del sonno così descritto nelle cinque fasi?
Un ciclo completo (cinque fasi) ha una durata di circa cento minuti che si
ripete per quattro/ cinque volte per notte.
Quali sono le giuste ore che una persona dovrebbe dedicare al sonno?
Nell’adulto il sonno varia molto da soggetto a soggetto, in media ha una
durata di 7 ore,ma può scendere persino a 2 senza che si debba diagnosticare insonnia, oppure salire fino a 12 ore sempre restando nei limiti della normalità.
Perché dormiamo? Quali sono le ipotesi più accreditate?
Si dorme perché si è stanchi! Questa sembrerebbe un’ovvietà… ma quale fatica dobbiamo riparare? Non certo quella muscolare perché il suo recupero si realizza anche senza sonno e il metabolismo muscolare risulta indipendente dal sonno. Allora potremmo pensare che le cellule nervose necessitino di recupero, ma anche questa ipotesi è destinata a cadere, infatti le cellule nervose recuperano in millisecondi e il consumo cerebrale di O2 nel sonno è quasi uguale a quello della veglia.Oggi si ritiene, facendo un'analogia con i moderni computer, che, durante il sonno, il cervello abbia modo di riorganizzare i suoi sistemi: un po’ come quando si riorganizzano i files sul disco rigido (in termini informatici si parla di "deframmentazione" quando operiamo per ottimizzare l'archiviazione dei dati su un disco rigido); in questo modo quindi il sonno permetterebbe al cervello di “riorganizzare” e ottimizzare l'archiviazione delle tracce mnestiche immagazzinate durante il giorno. L’ipotesi quindi più probabile è che il sonno rappresenti un meccanismo fondamentale per i processi metabolici “lenti” del cervello che sono alla base della sua plasticità e della capacità di elaborare informazioni.
Se e' così, come mai, dopo aver passato una notte in bianco, ci sentiamo
stralunati e stanchi, anche fisicamente?
La mancanza di sonno ha conseguenze importantissime su varie funzioni quali livello di vigilanza, la gestione delle emozioni, la regolazione ormonale ed immunitaria e, soprattutto, l’efficacia delle nostre funzioni cognitive. E'
stato dimostrato, mediante studi di deprivazione di sonno su volontari, che
questi soggetti mostrano sia tempi di reazione rallentati, sia capacità di
ragionamento fortemente compromessa. Il sonno è pertanto necessario per un corretto funzionamento delle nostre funzioni cerebrali superiori…in questo caso il detto "chi dorme non piglia pesci…" non è applicabile in maniera indiscriminata, è possibile, infatti, che durante il sonno un individuo (soprattutto se fa il pescatore di mestiere) possa escogitare un modo più efficace di catturare pesci! E' noto che la creatività massima si ha nelle ore notturne e molte scoperte scientifiche sono state elaborate proprio durante le ore di sonno: la più nota scoperta "legata al sonno" è quelle di Otto Loewi che ha visualizzato in sogno quegli esperimenti sul cuore delle rane che lo avrebbero portato a capire la trasmissione degli impulsi nervosi.
Il sonno è lo stesso per uomini e animali?
No. Esistono due grosse categorie: gli animali monociclici e quelli
policiclici. Gli animali monociclici, come l'uomo, presentano un ciclo sonno-
veglia con una periodicità circadiana, mentre gli animali policiclici
presentano un'alternanza fra riposo ed attività del tutto sganciata da quella
che è l'alternanza giorno-notte. In realtà anche l'uomo nel primo periodo di
vita, presenta un sonno policiclico che si consolida successivamente in un'unica fase di sonno notturno.
Perché il bambino ha bisogno di più intervalli di sonno, mentre l'adulto si
limita ad uno solo? La scienza si è data una risposta?
Il sonno si modifica parallelamente allo sviluppo e successivamente
all'invecchiamento dell'individuo.Durante la vita intrauterina, a partire dalle prime sette settimane di gestazione possono essere osservati i primi movimenti fetali spontanei, e a 23 settimane i primi periodi ritmici e ciclici alternati di attività e quiete e i movimenti rapidi oculari.Tra le 28 e le 31 settimane di vita intrauterina comincia a manifestarsi il sonno non-REM. Nel neonato la durata complessiva delle ore di sonno varia dalle 16 alle 18 <x-apple-data-detectors://0> ore quotidiane, e solo dopo i 3 mesi, acquisisce un normale ritmo diurno sonno-veglia. Il "sonnellino mattutino" persiste fin oltre i 3-5 anni, mentre la siesta è un'abitudine che in alcune culture persiste anche in età adulta. Gli
adolescenti tendono a dormire di meno, ma presentano maggiore tendenza a
dormire nelle ore diurne. La quantità media totale di sonno non-REM è del 25-35% nel neonato a termine, e di circa il 50% nel neonato di 3 mesi. All'età di due anni il sonno REM occupa solo il 20-25% del sonno totale e rimane così fino all'adolescenza e all'età adulta.
L'anziano invece che tipo di sonno ha?
L'anziano dorme circa 6-7 ore per notte con una qualità del sonno diversa da quella tipica del giovane. Il sonno è infatti molto più frammentato da momenti di veglia ed è a volte più suscettibile ai possibili disturbi
ambientali.La regola è:"più si invecchia e meno si dorme".Ma ciò che risulta importante tuttavia,è il cosiddetto "sonno essenziale",determinato da sonno profondo e da sonno REM che potremmo definire il sonno di "qualità", ossia quello maggiormente riposante.