RENE MAGRITTE,L’INSINUAZIONE DEL DUBBIO

di SUSANNA BENASSI 

Ogni artista ha un tema di riferimento che rappresenta attraverso una forma. Rene' Magritte esprime la pittura "in assenza di soggetto", ossia, il suo intento non è la raffigurazione, ma l'evocazione di un concetto a cui è impossibile attribuire specifici connotati :’il mistero dell'esistere’. 
“Perché esistiamo?" È il quesito"cosmico" per eccellenza a cui la logica tenta di rispondere attraverso varie teorie, tutte accettabili ma non definitive ed esaustive. Il ragionamento, quindi, non permette di osservare la realtà nella sua forma pura perché scaturisce da convenzioni annidate nella mente. Cio' che crediamo di vedere non è reale, ma una proiezione del pensiero influenzato da dogmi, simboli, stereotipi. Ce lo dimostra con "Il tradimento delle immagini" dove è raffigurata una pipa accompagnata dalla frase di negazione -"Ceci, n'est pas une pipe" -"Questa, non è una pipa". Infatti ciò che appare è l'immagine dell'oggetto e non esso stesso! Qualcuno è in grado di fumare questa pipa? La risposta è: no! Quindi, non è una pipa. 
Chi osserva, però, resta basito e non può fare a meno di chiedersi: “se quella che vedo non e' una pipa, cos'è allora?” Lo scopo del genio magrittiano è raggiunto proprio nel palesamento di questo momentaneo "cortocircuito mentale" che la visione provoca nello spettatore inducendolo a porsi domande e a meditare. 
Magritte, appassionato di scacchi, ha costruito un'induzione forzata alla meditazione, una trappola che innesca un meccanismo geniale a effetto domino consequenziale: disorientamento, dubbio, pensiero libero. Quest'ultimo apre la via a una serie di riflessioni che secondo l'autore possono far approdare alla domanda clou: qual è il senso dell'esistere? 
Non c'è risposta, ma l'importante è chiederselo per recuperare la percezione di se'. Lui stesso afferma che di fronte all'illogicità delle immagini la mente cerca, attraverso la razionalità, una spiegazione che la rassicuri,ma non riuscendo a trovarla è costretta a mettersi in discussione, ad aprirsi e interrogarsi. È in quei pochi secondi di smarrimento può essere colto il "vero".
“La gente che cerca significati simbolici percepisce senza dubbio questo mistero, ma desidera liberarsene. E' spaventata. Chiedendo: ‘che cosa significa? Esprime il desiderio che tutto diventi comprensibile. Quando,invece, non si rifiuta il mistero, si ottiene una risposta del tutto diversa. Si chiedono altre cose. Un poeta amico mio, per esempio, quando vide per la prima volta “L'amabile verità”, disse:‘Per un istante, fui preso dal panico'. E' proprio questo instante di panico che ha importanza, e non una qualsiasi spiegazione di esso. Un istante di panico è quello che mi fa rientrare in me stesso. Questi sono gli istanti privilegiati che trascendono la mediocrità. Ma per questo non c'è bisogno dell'arte. Sono cose che possono capitare in qualsiasi momento".(Rene'Magritte). 

"L'istante di panico" a cui Magritte si riferisce, forse esclusiva percezione di pochi eletti, e' probabilmente simile alla sensazione che proviamo dopo aver superato un intenso e perdurante dolore fisico, una temporanea malattia, o uno scampato pericolo, quando riacquistiamo quella netta consapevolezza di "essere vivi" che nel benessere di tutti giorni non riusciamo a "sentire" e diamo per scontata. Per una manciata di secondi, prima di tornare a immergerci nelle nostre “comode verità", e' come se vedessimo il mondo per la prima volta perché i sensi liberati dalla temporanea sofferenza che ne ha impegnato ogni energia sono tornati all'erta all'improvviso; momentaneamente liberati dalla mediocre convinzione di "sapere". Da qui nasce lo stupore di "essere". 
La sua opera non è particolarmente rilevante da un punto di vista strettamente pittorico, anzi, utilizza forme molto semplici e poco prospettiche tipiche delle illustrazioni. Del resto non si riteneva un "vero" pittore, ma un "cercatore di risposte”che si esprimeva attraverso immagini e non con la parola. Quando una spiegazione risolutiva non c'è ogni teoria può ritenersi valida e congetturale allo stesso tempo, ma ciò che più si avvicina al vero è l'accettazione del mistero.

René François Ghislain Magritte, (Lessines, 21 novembre 1898 – Bruxelles, 15 agosto 1967), è uno dei più conosciuti e apprezzati surrealisti sebbene non si sia mai servito dell’"automatismo psichico", metodo peculiare del movimento artistico.La sua è una razionale costruzione grafica in stile illustrativo basata su accostamenti di immagini tra loro incongruenti al fine di creare quel "non senso" che non ha come scopo il far emergere l'inconscio dell'uomo, bensì lo "svelare" il mistero dell'universo.

La Trahison des images (Il tradimento delle immagini)-René Magritte
Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles

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