Successo per il cantautore ospite di Due voci e una chitarra, la kermesse di musica e parole firmata dalla Fondazione La Versiliana e ideata da Marino Bartoletti
“Pietrasanta … una città per cantare”. E’ proprio il caso di dirlo, usando le parole di Ron, dopo il successo che si è consumato (giovedì sera 23 aprile) al Teatro Comunale della Piccola Atene, cuore pulsante della città incorniciato dalle colossali sculture di Igor Mitoraj.
In una sala gremita e attenta, ma soprattutto emozionata, Ron, solleticato da Marino Bartoletti, ideatore e gran cerimoniere di “Due voci e una chitarra” – kermesse firmata dalla Fondazione La Versiliana insieme al Comune di Pietrasanta e organizzata da Franca Dini – si è lasciato andare in un fiume di ricordi ed episodi a tratti carichi di emozione, a tratti esilaranti – solcando i suoi 45 anni di intensa carriera.
Col suo volto fresco che lo fa sembrare ancora un ragazzino, Ron si è raccontato dagli albori, con la partecipazione ai primi concorsi dove andò giovanissimo accompagnato dal padre, “uomo molto rigoroso e disciplinato – che rimase quasi shoccato quando alla casa discografica RCA si trovò di fronte un già stravagante Renato Zero in abiti leopardati e occhiali con le luci a intermittenza, e un Lucio Dalla tutto ingessato dalle caviglie fino al collo per un incidente in macchina.”
Da lì i primi successi, le partecipazioni al Festival di Sanremo, le collaborazioni con i più grandi artisti della canzone italiana, fino al memorabile tour Banana Republic con Lucio Dalla e De Gregori e a quello con Fiorella Mannoia, Pino Daniele e lo stesso Francesco De Gregori.
Tante le canzoni, scritte per altri o scritte per sé, che Ron ha regalato al pubblico di Pietrasanta, interpretando ogni brano con quella passione coinvolgente che lascia emergere il grande amore per la musica: da Piazza grande, a Pà diglielo a Mà, a Il gigante e la bambina, Joe Temerario, L’uomo delle stelle, Un abbraccio unico, Il mondo avrà una grande anima, con un accenno commosso a “Quando” in omaggio a Pino Daniele. Ron ha anche regalato versioni assolutamente inedite di 24 mila baci che cantò agli esordi e di Father and son dedicata a Cat Stevens.
Rosalino Cellamare, con quel suo soprannome dato da Lucio Dalla che è subito divenuto il nome d’arte, ha fatto sorridere e cantare il pubblico con “Attenti al lupo” successo da un milione e mezzo dischi, ispirato dalle finestrelle della sua stessa casa e dalla nonna materna “una grande amica che voleva sapere tutto di me e mi ascoltava guardandomi con gli occhi spalancati. Lucio Dalla volle quel testo che io avevo scritto su un pezzo di carta e mi convinse che se gliela avessi data avremmo venduto un milione di copie. Che poi furono appunto un milione e mezzo per quella canzone che era diventato quasi un tormentone come la lambada e che tutti cantavano, anche gatti”.
Ma è stato su Non abbiam bisogno di parole e Vorrei incontrarti tra cent’anni che Ron ha emozionato il pubblico, accompagnato dalla violoncellista Giovanna Famulari, artista eclettica e dotata di una vocalità straordinaria che ha duettato con lui e lo ha accompagnato al violoncello.
Una serata che Marino Bartoletti ha voluto dedicare a Lucio Dalla e che Ron ha scelto di concludere con Cara, tra brividi e le ovazioni del pubblico.
Due voci e una chitarra tornerà in scena al Teatro Comunale di Pietrasanta venerdì 5 giugno con Roby Facchinetti.