" COME RINCITRULLIRE FELICEMENTE…"
Va bene, lo ammetto: ho sbagliato. E mi pento. Premessa: sono per i cani. Da sempre. Però, si ecco però, nella giornata dedicata al gatto – 17 febbraio – ho deciso di fare outing: il gatto, che da sempre o quasi scansavo, mi ha conquistato. Anche se l'affermazione è impropria: è stata una gatta a conquistarmi. La mia gatta. Dicono che dosi omeopatiche di carezze al gatto o scambio di effusioni a relativa distanza siano, per l’umano, panacea contro lo stress. Insomma il gatto è un ansiolitico naturale. Dicono ancora, gli esperti, che la presenza di un gatto in casa aiuti a rilassarsi, induca al sorriso, riportandoti indietro nel tempo, ai pensieri e agli approcci lievi del bambino. Dicono sempre gli esperti – ma esisteranno veramente questi esperti, poi? – che il gatto è un animale determinato, molto determinato. E che per questo, sono d’insegnamento all’umano. Bah, a me sembra un po’ eccessivo: d’insegnamento addirittura. A dire la verità, basica, senza troppi sofismi, la gatta che salta e corre per casa incurante della mia persona , se non quando desidera lei un minimo di attenzione, mi rende felice. Tutto qui. E mi viene voglia di inseguirla, di giocarci, di guardarla, di assentarmi nella sua indifferenza ondivaga. Che poi è indifferenza fino ad un certo punto, nel mio caso e credo anche in mille altri: il gatto dimostra il suo ‘ affetto’ con attenzioni fugaci: sfregandosi alle tue gambe, mettendosi pancia all’aria e girando su se stesso, guardandoti fisso per poi chiudere, lentamente, gli occhi, e subito dopo riaprirli, saltandoti addosso e fuggendo il secondo successivo, accennando un miagolio perché ha sete. A dire il vero io non so niente dei gatti. Niente nel modo più assoluto. E quando leggo o ascolto teorie sui loro comportamenti mi accosto più per curiosità che per voglia di capire e saperne di più. Voglio infatti restare ignorante in materia. Perché mi basta quello che provo: la mia gatta mi fa contento. Quello che non so è se io faccio contento lei, anche se mi piace crederlo.
La verità è che mi sto ‘ rincitrullendo’: tutto qui. E ne sono consapevole. Ma è un rincitrullire che, alla fine, mi ha forse reso migliore.