Ti capita spesso di fermarti durante una corsa? Ecco perché e come riuscire a evitarlo
Iniziamo col dire che è normale, può capitare e non deve essere considerato un evidente segnale dell’Apocalisse. Fermarsi ogni tanto non significa non essere veri runner e smettiamola pure con la mentalità tossica (qui ne abbiamo parlato anche in una puntata di Fuorisoglia) del “non si molla mai”. A volte ci sono giorni in cui non gira e basta e non capita solo agli amatori. Ci sono anche atleti d’elite che teorizzano e mettono in pratica la “regola dei 10 minuti”: se non ne hai voglia dopo i primi 10 minuti di allenamento, lascia perdere.
Le fermate random invece – specie quando si intensificano durante un allenamento – se non devono allarmare devono essere studiate perché possono essere sintomo di altro.
Analizziamo quando capita e perché.
La stanchezza
È il caso più frequente e risponde a una specifica domanda del tuo corpo: vuole riposo perché non è in forze o perché, magari, hai corso davvero molto forte e oltre i tuoi usuali limiti e il tuo fisico ha bisogno di decelerare o anche di fermarsi per riprendersi.
Soluzione: farlo. A meno che tu non stia lavorando intensamente anche sulla tua resistenza mentale non c’è motivo per non assecondarlo. A volte anzi si tratta di segnali che vanno considerati con attenzione per non sforzarsi oltre e procurarsi infortuni o peggio.
La svogliatezza
In questa categoria entrano sia la sopracitata scarsa voglia di allenarsi che può capitare ed è assolutamente normale, sia una certa inclinazione a prendersi delle pause. La più frequente è quella per controllare il cellulare, specie quando, ahimè, si è sviluppata una dipendenza dai social o non si riesce mai a staccare veramente, nemmeno durante la corsa. Si può essere quindi interrotti da un messaggio o dalla necessità improrogabile (in realtà prorogabilissima) di annotare qualcosa o di rispondere a qualcuno o a una telefonata.
Soluzione: non farlo. Non cedere. Se non ci riesci prova a compiere il gesto estremo, cioè esci a correre senza cellulare. Molti smartwatch hanno ormai anche funzioni di telefono e quindi, succedesse davvero qualcosa di urgente, potrai metterti in contatto e risolvere. Se non te la senti di correre senza cellulare per motivi di sicurezza, le più recenti versioni di iOS per iPhone permettono di impostare diversi scenari per restare focalizzati: fra questi ce n’è anche uno per il fitness che ti permette di stabilire dei permessi legati alle notifiche, in modo, per esempio, da non essere mai interrotto da messaggi o telefonate pur restando raggiungibile per alcune persone selezionate (quelle davvero importanti).
Perché lo fai?
Per evitare o limitare le soste, è importante capire il perché delle tue frequenti o meno fermate. Inizia con l’analizzare quando ti capita e quali sono i pensieri che ti accompagnano pochi istanti prima di farlo. Molto probabilmente non sono solo “Oh che stanchezza, quasi quasi mi fermo”. In genere sono molto più complessi e stratificati e lo puoi scoprire solo prestandovi attenzione. A volte sono qualcosa del tipo “Già non ne avevo voglia e poi ho corso già [XX] minuti, mi merito una pausa”. Tralasciando la parte epica – e, spesso, ridicola – della corsa che ti vorrebbe far credere che un vero runner non cede mai, può capitare che la necessità di una sosta sia solo mentale e sia legata a un meccanismo di ricompensa del tipo “Ho corso, quindi posso fermarmi”.
Come superare la prospettiva così allettante di premiarsi dopo aver fatto fatica? Con una soddisfazione ancora più profonda, che è quella di non cedere e di continuare a correre. Cedere per una ricompensa modesta e illusoria significa rinunciare ad avere forza di volontà mentre il motivarsi a superare il desiderio di fermarsi riserva una ricompensa molto più soddisfacente che è pure duplice: aver continuato a correre e aver avuto la forza di farlo.
Quando hai la tentazione di fermarti chiediti quindi di che natura è il tuo desiderio: è veramente motivato dallo sfinimento (nel qual caso: FERMATI) o da motivi più futili tipo controllare il cellulare o mandare un messaggio che puoi anche mandare mezz’ora dopo?
Se il caso è il secondo prosegui. Impara a ricoscere il cosidetto “trigger”, cioè quel qualcosa che ti fa scattare in testa la necessità di fermarsi e non premerlo mai. Cerca insomma di avere una visione più profonda: non cercare la soddisfazione (vuota) del momento per preferirle quella più profonda che potrai avere dopo, alla fine, constatando che hai avuto la forza di non fermarti mai.
Ora, finito l’allenamento, puoi fare tutto quello che hai rimandato: controllare i messaggi, le mail, fare quella telefonata. In fondo hai solo posticipato di un’ora attività che non avevano alcuna urgenza.
Un’ultima cosa
C’è un caso in cui fermarsi è non solo consentito ma anzi fortemente consigliato: quando si pratica trail ci sono posti così belli che è criminale non fermarsi qualche istante per ammirarli. Considerando inoltre che l’allenamento in montagna è spesso più faticoso di quello in piano e costringe a ritmi molto più spezzati e vari, ci si può concedere più di qualche sosta. E se una parte della tua mente tenta di colpevolizzarti se lo fai, dille che non è mica per te: è per tributare a quel paesaggio così perfetto l’attenzione che si merita. Ma senza esagerare, come sempre.