La nuova tendenza è la pizza personalizzata fai da te per 4 toscani su 10. L’iniziativa in Versilia.
Più di quattro toscani su dieci (44%) preparano la pizza in casa, spinta dalla nuova passione per il fai da te in cucina, ma anche poter scegliere personalmente gli ingredienti e garantirsi un prodotto gourmet 100% Made in Italy. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti-Ixe’ diffusa in occasione della Giornata internazionale della pizza che si tiene il 17 gennaio. Per celebrare il Pizza Day, al Giardino di Manipura, a Massarosa, in Versilia, è stata preparata la prima pizza a km zero con gli ingredienti della aziende agricole del territorio preparata dalla cuoca contadina di Campagna Amica, Francesca Buonagurelli: farina macinata a pietra, salsa dei pomodori dell’orto, mozzarella di bufala e origano. L’iniziativa è stata promosso in collaborazione con Donne Impresa Lucca e Campagna Amica. L’obiettivo della pizza a km zero è quello di valorizzare i prodotti di qualità e di stagione del territorio evitando qualsiasi forma di spreco alimentare.
La nuova tendenza, nata sulla scorta del lockdown, è quella di cucinare in casa – spiega Coldiretti Toscana – delle pizze personalizzate utilizzando ingredienti 100% italiani dalla mozzarella alle farine di grano tricolore, magari ottenute da varietà antiche, dalle passate di pomodoro all’olio extravergine d’oliva, fino alle verdure, ai salumi e a tutto ciò che può servire per mettere nel piatto la versioni più tradizionali, dalla margherita alla capricciosa, ma anche quelle gourmet, con la scelta di prodotti ricercati, tipo quelli a denominazione di origine.
La pizza fai da te risolve peraltro – sottolinea Coldiretti Toscana – anche il problema dell’originalità degli ingredienti in un’Italia dove quasi due pizze su tre servite sono ottenute da un mix di prodotti provenienti da migliaia di chilometri di distanza senza alcuna indicazione per i consumatori, dalla mozzarella lituana al concentrato pomodoro cinese, ma c’è anche l’olio tunisino e il grano ungherese.
In Italia – continua Coldiretti Toscana – si sfornano 2,7 miliardi di pizze all’anno che in termini di ingredienti significano durante tutto l’anno 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro. Un sistema economico che poggia su ben 121 mila locali, tra pizzerie ristoranti, pizzerie da asporto, gastronomia e forni.
Nata a Napoli, la passione per la pizza – continua Coldiretti Toscana – è diventata planetaria, con gli americani che sono i maggiori consumatori con 13 chili a testa mentre gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,8 chili all’anno, e staccano spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci che, con 3,3 chili di pizza pro capite annui, chiudono questa classifica.
Nel dicembre del 2017 – conclude Coldiretti Toscana – è avvenuta l’iscrizione dell’“Arte dei Pizzaiuoli napoletani” nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco che riconoscere il forte legame culturale della tradizione con l’Italia.
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