COSA VEDERE, DOVE ANDARE E COME MUOVERSI IN 3 GIORNI A NAPOLI

Napoli è  molto di tutto. Molto bella, molto caotica, molto colorata, molto viva, molto teatrale. Molto. Ma cosa si può fare, vedere e assaggiare a Napoli se non hai molto tempo, diciamo non più di 3 giorni? Citando e ripetendo  l’aggettivo di premessa direi sicuramente…molto. Quella che segue non è comunque una guida di Napoli, non potrebbe esserlo visto che siamo stati poco e abbiamo una conoscenza molto limitata della città, diciamo quindi che è un compendio di consigli, indicazioni e percezioni. Forse utili.

IL VIAGGIO

Abbiamo scelto il treno. Più comodo, più funzionale soprattutto per chi, come il sottoscritto, non ama particolarmente muoversi in auto. Nelle grandi città…poi. E dunque circa 5 ore per  andare(dalla Versilia) e 5 ore per tornare. Costo complessivo? Poco più di 300 euro per due persone. Una volta arrivati alla stazione di Napoli centrale (voto 8 alla sede interna generosa per negozi, bar, spazi caratteristici e segnaletica) abbiamo preso la metro ( 7 e mezzo e 1 euro e 30 centesimi la corsa singola più vari pacchetti agevolati in proposta).  Per raggiungere il b&b la corsa è stata piuttosto breve: 5 minuti per scendere, volutamente alla fermata di Toledo. Perché volutamente? Ma perché è una fermata folkloristica, colorata, viva, presumo rivisitata di recente. Insomma bella a vedersi.   Da qui  abbiamo percorso  buona parte di  via Toledo ( 8 ) che è un susseguirsi di negozi, ristoranti, pasticcerie, laboratori gastronomici, edifici storici  (vedi le Gallerie d’Italia ) e che con le sue viuzze laterali si intreccia in mille altre nicchie, fino ai Quartieri Spagnoli. Da via Toledo siamo quindi arrivati in via Chiaia dove si trovava il b&b .

PERNOTTAMENTO

La scelta di pernottare in via Chiaia ( 7 )  la cosiddetta via dello shopping e delle grandi firme della moda, è arrivata dietro ad alcuni consigli: zona tranquilla, forse un po’ più costosa di altri, dove è possibile muoversi fino a  tarda sera senza particolari problemi e a due passi da tutto, piazza Plebiscito inclusa. Quindi siamo stati alla “Dimora Chiaia 209”: la spesa per camera oscilla fra le 90 e le 110 euro a notte. Il referente, Emanuele, lo abbiamo visto solamente l’ultimo giorno, al momento del pagamento, ma è sempre stato presente con messaggi, telefonate, consigli. E non è cosa da poco. La camera era pulita, il bagno spazioso, il letto abbastanza comodo, i rumori provenienti dalla strada nella norma considerando che siamo nel centro della città. Insomma una soluzione, per quanto ci riguarda, più che discreta (7 e mezzo) per logistica, sicurezza e funzionalità. Per altro, il giorno della partenza, Emanuele ci ha fatto lasciare i bagagli nella sua struttura consentendoci di girare mezza giornata, in attesa del treno, senza l’assillo della valigia da portarci dietro.

COME MUOVERSI

Autobus, funicolare, metro, taxi, treno e a piedi. Per vedere Napoli e i suoi dintorni ci sono mille soluzioni di trasporto. Noi abbiamo optato per…le camminate. E abbiamo esagerato: in 3 giorni più di 50 km. Dobbiamo ancora recuperare dalla fatica, ma ne è valsa la pensa. Solo una volta abbiamo preso la funicolare (7): da via Toledo ( costo 1.30 per corsa con  5 minuti di impennate  in movimento)  per raggiungere il quartiere del Vomero, altra zona residenziale e silente. Insomma agli antipodi dei Quartiere Spagnoli, per intendersi. Dunque camminate senza sosta, ma a mio personale avviso è anche il modo migliore per vivere scoprire le bellezze, innumerevoli, di Napoli.

SICUREZZA

Avete avuto problemi? Questa è la domanda che  ci è stata posta da più persone una volta tornati a casa. No, nessun problema. Aggiungo di non avere neppure provato un minimo di percezione di insicurezza durante i nostri spostamenti, anche quelli notturni. Qualcuno potrebbe aggiungere che se stai in via Chiaia e in via Toledo, se vai al Vomero o  fai colazione al Gambrinus davanti piazza Plebiscito è difficile imbattersi in qualche problema. Ed è vero, ma siamo stati anche nei Quartieri Spagnoli fino a notte inoltrata, abbiamo girato in lungo e in largo Spaccanapoli, insinuandoci in ogni rivolo, siamo stati in mercatini in zone di cui non ricordo neppure il nome. Tutto tranquillamente festoso.  Solamente in piazza Bellini, in un  tardo pomeriggio, ho avuto la sensazione di essere in  un luogo poco gradevole: forse perché negli scavi della stessa piazza facevano cumulo rifiuti, forse perché ancora intorno a noi c’erano persone visibilmente alterate, forse perché i venditori ambulanti sembravano meno simpatici del solito e più “ entranti”, ma insomma niente di che. Questo non vuol dire che Napoli sia una città assolutamente sicura: come faccio a dirlo visto che sono stato lì solo qualche giorno. Però la percezione di insicurezza l’ho vissuta più a Milano, vedi zona stazione e non solo e anche a Firenze tornando di sera sempre verso la stazione. Credo che Napoli, alla fine, sia più o meno sicura come altre città metropolitane e quindi i consigli sono sempre gli stessi: tenere  portafoglio e telefonino  nelle tasche interne del giubbotto e la borsa  comunque davanti ( in particolare dove c’è molta ressa ) e se qualcuno vi parla e vi avvicina, non distraetevi più di tanto. E comunque vanno evitate  quelle zone che sono gli stessi  napoletani  a consigliare di starne alla larga

COSA VEDERE IN POCHI GIORNI: I QUARTIERI

Qui si fa complicata. Ci vorrebbe minimo una settimana per vedere Napoli e i suoi dintorni. Quindi, per quanto ci riguarda, siamo andati per esclusione: niente Pompei, niente Ercolano.  niente Capri, niente costiera amalfitana, niente Vesuvio. Ci vuole tempo per spostarsi: abbiamo deciso che sarà, speriamo, per la prossima volta. E quindi abbiamo deciso di restare in città. Ma anche qui non puoi vedere tutto, non hai il tempo. La priorità era ‘calarci’ dentro Napoli, ma anche in questo caso si fa un po’ fatica. E comunque siamo stati nei Quartieri Spagnoli ( 8 e mezzo ) che per bellezza, socialità, colore, ristoranti, luoghi iconici, caos e movimento ha pochi eguali. Il culto di Maradona si evidenzia in ogni dove: siamo arrivati fino al museo, che non abbiamo visitato e sostato intorno al murales dedicato a Re Diego. C’era una ressa splendida, allegra e inebriante nell’intorno. Abbiamo  poi raggiunto Spaccanapoli ( 8 ) che taglia in due la città: bellissima, viva, festosa, meno accecante dei Quartieri Spagnoli, a mia sensazione, ma forse ancora più caratterizzante. Il Rione Sanità lo abbiamo attraversato, ma vissuto poco, mentre del centro storico ( 8 ), e del Vomero ( 7 ) ho già fatto qualche cenno. Da girare con calma.

COSA VEDERE IN POCHI GIORNI: MUSEI E CHIESE

Un salto in Duomo, dove è custodita la reliquia di San Gennaro è doveroso, ma sinceramente siamo rimasti più colpiti dalla Chiesa dei Girolamini, lungo via dei Tribunali: annoto lo stile barocco, l’affresco di Luca Giordano e due opere di Giuseppe Sanmartino che è l’artista del Cristo Velato – fra qualche riga ci arriviamo -. In Duomo non si paga, nella Chiesa dei Girolamini,  riaperta di recente, si ( 5 euro l’ingresso ). Altri consigli: Da visitare in zona Vomero,  la  Chiesa di San Martino e la Certosa di San Martino,  la Basilica di San Lorenzo in piazza San Gaetano e   la Chiesa del Gesù Nuovo in piazza Dante. Il Cristo velato, come da premessa, è un passaggio emozionalmente obbligato: la scultura di Giuseppe Sanmartino nella Cappella di San Severo alle spalle di piazza San Domenico Maggiore vale la fila di attesa ( consigliata la prenotazione online) per quello che visivamente e appunto emotivamente  ti restituisce. Nella Cappella di San Severo sono molte, però, le opere da vedere: di significativa suggestione Il Disinganno del Queirolo. Siamo riusciti anche a vedere la Napoli Sotterrata ( che non è la Napoli Sotterranea), nel Complesso di San Lorenzo Maggiore: un viaggio a ritroso nel tempo, fra cunicoli e passaggi non claustrofobici ( dettaglio non secondario) da portare a compimento, se possibile, con una guida. Quella del nostro gruppo si chiamava Rossella (7): competente e mai banale. Rileggendo gli appunti sparsi un passaggio a Villa Floridiana ( Vomero) fra giardini, belvedere e un popolo di gatti e  la visita in Piazza dei Girolamini alla Madonna con la pistola di Bansky sono più che consigliati. Molto interessante la mostra , “Andy Warhol. Triple Elvis”, alle Gallerie d’Italia in via Toledo dove è esposta anche l’ultima opera del Caravaggio, il Martirio di S.Orsola. Non avevamo prenotato: in un’ora si vede tutto e il costo è di 7 euro. E qui mi fermo perché in 3 giorni si può appunto scegliere e escludere.

DOVE MANGIARE

Ci siamo fatti consigliare. E ci hanno consigliato bene. Un salto al bar Gambrinus, il più celebre di Napoli, è doveroso, ma preparatevi a un conto salato. Due cappuccini, una sfogliatella riccia (buonissima) e una brioche ( buona) 22 euro e 50 centesimi. Il servizio? Un sorriso in più non sarebbe male.  Ma di bar ce ne sono moltissimi, sempre gustosissimi e a ben altri prezzi, in particolare nei Quartieri Spagnoli, a Spaccanapoli e in via Toledo. La pizza? Sorbillo, in via del Tribunali, è una garanzia: voto 9 a una Margherita spettacolare. C’è da fare la fila per…fare la fila, ma vale la pena. Un plauso, ma convinto,  anche al ristorante pizzeria dal Soldino, in via de Cesare, nei pressi sempre di via Toledo. Una pizza margherita doc e una con il cornicione ripieno di  ricotta ( 9 a entrambe) sono stati la premessa di una serata, culinaria, inebriante. Doverosa, da assaggiare,  la delizia di limone. Prezzo, bevande incluse, 45 euro. Staff gentile e molto professionale. Per quanto riguarda il pesce, addentratevi nella Napoli “vera”, quella dei Quartieri Spagnoli sempre a relativa distanza da via Toledo, ma, soprattutto fatevi consigliare da chi vive la città.

E a proposito di consigli: Napoli va condivisa. Con i napoletani, con la modalità di umore che imperversa in ogni dove,  con il traffico impossibile, con le sue risate, con la sua voglia contagiosa di  esagerare  e con le sue tante contraddizioni. Mantenere le distanze significherebbe , semplicemente, non viverla. E sarebbe un grave errore.

Luca Basile con Anna Rita Belardinelli

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