” FLOW”, PERCHE’ VEDERE QUESTO FILM E’ TERAPEUTICO

Un gatto si ritrova, da un istante all’altro,  in un mondo invaso dall’acqua. Non c’è più l’uomo sul pianeta, ma solo tracce della sua presenza. Per sfuggire alla furia dell’inondazione il gatto trova rifugio su una barca con un gruppo di altri animali. Una sfida ancora più complicata: la convivenza è infatti quasi impossibile. Ma in quel piccolo microcosmo che solca mari e fiumi l’innesco della lotta per la sopravvivenza li avvicinerà uno all’altro.
Flow è un cartone animato, in 3D, “terapeutico”. La storia del gatto che vince e domina la paura dell’acqua attraversando un destino ostile e apparentemente segnato è appunto terapia per chi si accosta ad alcune tematiche ( la tutela dell’ambiente, i rischi legati all’abuso perpetrato dall’uomo, la paura dell’ignoto) con cinismo e indifferenza. Nel vortice che risucchia il gatto e la sua compagnia di viaggio ci finisce anche lo spettatore, come centrifugato da quasi un’ora e mezzo di immagini prive di un qualsiasi dialogo, ma solo caratterizzate da istantanee dove gli animali fanno gli animali. Con le loro espressioni, con i loro movimenti, con i loro versi: non c’è niente di umanizzato nei comportamenti del gatto e degli altri, così come siamo abituati a vedere in molte pellicole. E questa è una delle tante bellezze che porta in dote “Flow” dove ci si commuove, si sprofonda, si riemerge, si osserva il mondo con lo sguardo, impaurito e poi curioso del gatto e dei suoi, alla fine, amici.
E in scia resta la consapevolezza di un mondo che può tranquillamente fare a meno dell’umano. Anche se quel mondo, forse, già non esiste più a inizio del film.
Se riuscite, andate a vederlo.
Flow -Un mondo da salvare
durata 84 minuti

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Informazioni sull' Autore Luca Basile