Non lo ripeteremo mai abbastanza: i farmaci vanno acquistati solo ed esclusivamente in farmacia. Non su Internet (lo vieta la legge) né su canali alternativi (banchetti improvvisati o simili) che pure ci possono sembrare più pratici, economici e convenienti. Ne va della nostra salute. Vi sembra un invito inutile? Siete completamente fuori strada. Il giro di affari legato ai farmaci contraffatti è colossale. E l’uso di questi medicinali falsi è talmente diffuso che perfino i medici di base sono convinti che i loro pazienti vi abbiano fatto ricorso almeno una volta nella loro vita. Comprare sul web è illegale In un’indagine promossa dall’Agenzia italiana del farmaco, in collaborazione con la Federazione italiana dei medici di medicina generale (il principale sindacato dei medici di famiglia), sono contenuti dati che non possono non far riflettere: il 72% dei camici bianchi intervistati (613 professionisti) sospetta che i propri pazienti abbiano assunto farmaci contraffatti. Il 40% del campione ritiene invece che i propri pazienti acquistino farmaci online, attività attualmente illegale nel nostro Paese. Per fare il punto sulla lotta alle farmacie on line e alla vendita clandestina di medicinali contraffatti, l’Aifa ha organizzato a Roma un incontro in cui diversi esperti sono stati messi a confronto. Tra i vari dati, ne sono emersi diversi che devono allarmare: il 69% del totale degli articoli sequestrati dal canale postale è costituito da farmaci. Un mercato in crescita Secondo il generale Cosimo Piccinno, comandante dei Nas dei Carabinieri, il mercato dei farmaci contraffatti venduti on line cresce in modo esponenziale. Nell’arco di 5 anni il volume è aumentato almeno di 10 volte. Nessuno è in grado di fare stime ufficiali, ma si ipotizza si tratti di un giro di decine di miliardi di euro capace di rendere 150 volte volte del già redditizio mercato della droga. Un euro investito in un medicinale contraffatto fa guadagnare in media 2.500 euro, molto meno rispetto ai profitti della droga che produce 16 euro ogni euro investito. “Difficile anche riuscire a individuare in tempi brevi se un farmaco contiene veramente quelle sostanze che promette”, ha aggiunto il generale Piccinno, “perché mentre per le droghe esistono dei test che ci permettono di individuare immediatamente alcune sostanze, i farmaci debbono essere inviati invece in laboratori specializzati”. I pazienti e i farmaci on line Ma chi si rivolge alla rete per acquistare un farmaco è veramente consapevole dei rischi? Domenico Di Giorgio, dirigente dell’Aifa ed esperto proprio di lotta alla contraffazione dei farmaci, spiega che “una pasticca di Viagra sul web costa 0,80 euro contro i 12 euro dei canali ufficiali”, una differenza che parla da sola. Lo scorso maggio Aifa ha firmato un memorandum d’intesa con LegiScript, il servizio Usa che verifica e controllo le farmacie on line che nel 2010 ha fatto chiudere circa 15 mila farmacie illegali. La collaborazione con l’Agenzia italiana del farmaco prevede una serie di azioni congiunte che, nelle prime settimane di lavoro, ha portato alla chiusura di oltre 20 farmacie. Fra le misure allo studio c’è anche quella di istituire un dominio ”.pharmacy”, da concedere alle farmacie on line autorizzate e certificate (che secondo la normativa Ue dovrebbero nascere anche in Italia).