La prevenzione è l’arma per contenere l’insetto che minaccia le coltivazioni di mais. Si chiama diabrotica virgifera virgifera Le Conte il nemico numero uno del mais che da qualche tempo si è affacciato anche in Toscana. Originario degli Stati Uniti dove i suoi effetti sono devastanti per le produzioni di mais, l’insetto fitofago è arrivato nel nostro paese a fine degli anni ’90 per poi sbarcare anche in Toscana. A provocare i danni sul mais sono le larve che divorano le radici provocando importanti perdite di raccolto econseguenti danni alle aziende agricole specializzate. Uno spauracchio che ha obbligato la Regione Toscana ad intensificare le misure del “Piano di azione” per l’anno 2012 (decreto 5950 del 18 dicembre 2012) che prevede misure obbligatorie anche per i produttori della Provincia di Lucca (almeno 250 i produttori interessati) dove una decina di comuni sono stati classificati, in tutto o in parte, zone di contenimento. I comuni considerati sono Altopascio, Bagni di Lucca, Barga, Borgo a Mozzano, Camaiore, Capannori, Careggine, Castelnuovo Garfagnana e Castiglione di Garfagnana. “Nessun problema per la salute umana. La situazione è sotto controllo ed il nemico è ben noto. Evitiamo qualsiasi forma di allarmismo e psicosi – spiega Francesco Ciarrocchi, Direttore Provinciale Coldiretti – le misure di prevenzione e contenimento funzionano se applicate correttamente”. Proprio negli scorsi giorni si è tenuto a Lucca un incontro con i tecnici della Regione Toscana (una cinquantina gli agricoltori presenti) per spiegare ed illustrare le contromisure che i produttori devono rispettare per scongiurare una infestazione del territorio regionale. Vediamole: le aziende produttrici inserite nella zona di contenimento hanno l’obbligo di rotazione delle colture in modo che il mais non sia coltivato negli stessi campi per più di un anno su due; inoltre non potranno importare da zone infette piante e parti di piante allo stato fresco; potranno impiegare macchine agricole (mietitrebbiatrici, trinciatrici ecc.) che hanno operato in zone infette soltanto dopo un’accurata pulizia. Da evitare inoltre la semina nei mesi di aprile e maggio. E’ invece possibile seminare anche dopo il secondo anno sugli stessi terreni ma a condizione che venga seminato o entro il 31 di marzo o dopo il 1 giugno comunicando alle regione con apposito modello la data di semina e i terreni interessati, come indicato nel punto 4 del decreto 5950 del 18/12/12. Infine è obbligato a presentare domanda unica aiendale (DUA) indicando particella per particella dove viene coltivato. “L’obiettivo della prevenzione è evitare l’infestazione e contrastare l’eventuale nascita di focolai – sottolinea ancora Ciarrocchi – in questa fase è importante tenere sotto controllo la situazione e monitorare il fenomeno che fortunatamente interessa piccole porzioni del territorio”. Gli uffici Coldiretti sono a disposizione per fornire tutte le informazioni necessarie alle imprese agricole. Per maggiori informazioni www.lucca.coldiretti.it e Segreteria Provinciale 0583-343653