di Susanna Benassi Crono (Saturno) nella mitologia greca rappresentava il dio del tempo.Secondo la leggenda, un oracolo gli predisse che sarebbe stato detronizzato da uno dei suoi figli, così, li ingoiò al momento della nascita, uno dopo l’altro, tranne Zeus (Giove) che la moglie Rea riuscì a salvare dalle fauci del marito con uno stratagemma. Nella rappresentazione di Goya,a differenza di altre molto più ” classiche” nella loro espressività artistica, traspare una follia “vorace” e tutta la mostruosità di un animo che non conosce pietà, pronto a tutto, anche al più abominevole degli atti per mantenere saldo il proprio potere.Quest’opera fa parte di una serie di tredici dipinti denominati”pitture nere” che l’artista realizzò negli ultimi anni della sua esistenza sulle pareti dell’abitazione di campagna” La Quinta del Sordo”,dove si ritirò in solitudine ,ormai completamente sordo e rassegnato di fronte alla situazione politica del tempo. Il titolo “Saturno che divora i suoi figli” fu attribuito da altri successivamente e riguardo al significato che volesse esprimere con questa figurazione spaventosa, molte tesi sostengono volesse riferirsi a Ferdinando VII come “tiranno che divora i suoi figli.” In questo gruppo di pitture, i colori sono ridotti a poche tonalità di bianchi spenti, neri, ocra,gialli e rossi.Nonostante l’ uso di tinte scurissime, il geniale talento di Goya crea effetti di luce che portano in rilievo la figura e concentrano l’ attenzione dell’osservatore sul rosso del sangue e sulle fauci del mostro da cui si sente attratto,disgustato, ma allo stesso tempo come ipnotizzato, non può fare a meno di tornare a studiarlo fin nel più minimo dettaglio. Per la particolarità della figura che emerge da un fondo nerissimo, da un punto di vista della tecnica esecutoria questo capolavoro artistico, viene considerato precursore di quel movimento futuro che prende il nome di Espressionismo, movimento in cui l’ esasperazione del lato emotivo predomina sull’oggettività della realtà ritratta. Francisco Jose’ de Goya y Lucientes, ( Fuendetodos 30Marzo 1746-Bordeaux 16 Aprile 1828) e’ stato uno dei più grandi pittori spagnoli. Uomo colto, complesso, poco incline al servilismo, riuscì a non rinnegare se stesso, attraverso l’ uso intelligente del pennello. In molti dei suoi lavori in cui figurano ritratti di personaggi di corte, sotto l’ apparente rappresentazione d’ immagine in pose formali, abiti e ambienti sfarzosi, s’ intuiscono i “lati oscuri” di ogni personaggio; dalle espressioni vacue dei volti, dagli atteggiamenti pavoneggianti o rigidi dei corpi,i veri sentimenti dell’artista nei confronti dei suoi soggetti emergono.Grazie alla furbizia di “compiacere”apparentemente i propri clienti, incapaci di leggere tra ” le pieghe” della tela il reale significato che esprimeva, e allo stesso tempo riuscire a mettere in evidenza i lati più reconditi dell’animo umano, Goya ci ha trasmesso con fine astuzia,uno spaccato reale della società del tempo. Saturno che divora i suoi figli, dipinto tra il 1819 e il 1823 (olio su intonaco) si trova esposto al Museo del Prado a Madrid.