Sabato 06 luglio alle ore 18.30 la galleria Flora Bigai Arte Contemporanea ospiterà “Ar” la personale dell’artista Sergio Fermariello con un repertorio di nuove opere che confermano l’originalità e la profondità della sua ricerca artistica. Una mostra che assume come titolo la radice sanscrita AR, breve ma efficace ad illustrare le radici le tematiche presenti nell’arte di Fermariello, ulteriore elemento di definizione dell’identità del guerriero protagonista delle sue tele introducendo il concetto di nobilità. La radice sanscrita AR è infatti collegata ai temi fondamentali di ingegno, capacità guerriere, di forza e quindi, di supremazia etnica e personale. Per traslato il significato originario della radice AR divenne maschio, libero, perfetto, migliore, nobile, eccellente e con un ulteriore passaggio assunse quello di lucente, luce suprema, bagliore accecante, da cui argento, metallo che brilla per antonomasia. Il significato di bagliore accecante, insito nella radice, si ricollega al contesto militare tramite il saluto, gestualità che sembra rappresentare uno schermo con cui ripararsi gli occhi dalla luce intollerabile emanata dal superiore in via gerarchica, cioè dal militare per eccellenza, cioè ancora l’aristocratico, destinato al comando. L’ aristocratico guerriero che emana luce diviene quindi un semi-dio, tramite di congiunzione tra popolo e divinità .Cosa rappresenta questo segno? E’ forse l’emblema delle nostre origini, indagate attingendo agli stilemi della pittura rupestre, o è forse un significante privo di qualunque significato, reiterato all’infinito e che identifica le contraddizioni dell’uomo contemporaneo? Un sistema binario o un’antica iscrizione? Nessuna interpretazione è possibile. I segni sono indecifrabili e l’artista non fa altro che trascriverli. L’opera è questa trascrizione senza un codice che sospenda il senso dell’immagine. Ma in entrambi i casi al centro della ricerca espressiva dell’artista c’è l’uomo, protagonista delle sue opere anche se ritratto con fattezze stilizzate. E per parlare all’uomo del presente Fermariello ricorre alle immagini che l’uomo preistorico usava per rappresentare se stesso, calato in scene che ci raccontano la sua primigenia affermazione: scene di guerra o semplicemente di sopravvivenza. I guerrieri di Fermariello sono l’essenziale di noi, della nostra storia, sono come le basi azotate che formano un DNA: le possibilità combinatorie della vita sono infinite così come le unità minime del linguaggio di Fermariello danno vita a infinite possibilità interpretative. I suoi segni ci parlano dell’uomo. Nuove tele si prestano all’invasione di guerrieri stilizzati armati di arco o a cavallo, segno proliferante che tende a ripetersi all’infinito e che l’artista coglie nel suo svolgimento, ritagliando così un frammento di un linguaggio insolito.