I DISTURBI DELL’UMORE: LA DISTIMIA

di Susanna Benassi Intervista al Dr. Luca Maggi, Psichiatra e Psicoterapeuta
Cos’ è il DISTURBO DISTIMICO (DISTIMIA)?
Il Disturbo Distimico è una depressione ad andamento cronico, con una sintomatologia protratta per almeno due anni e generalmente attenuata rispetto a quella presente nell’episodio di Depressione Maggiore. Idealmente la Distimia si colloca nell’ambito del cosiddetto spettro delle forme depressive tra il temperamento distimico e la depressione maggiore ad andamento cronico.
In che periodo della vita è più facile che si manifesti?
Alcune forme hanno un esordio molto precoce, prima dei ventuno anni, in altre invece l’esordio è tardivo, addirittura dopo i 65 anni. La forma precoce è considerata da alcuni Autori come un sottotipo clinico ben definito. La diagnosi in genere viene posta tra i 18 e i 45 anni di età e la prevalenza è, come per la depressione, doppia nelle donne rispetto agli uomini.
Quali sono le caratteristiche cliniche della Distimia?
La caratteristica principale è rappresentata dalla presenza di una sintomatologia depressiva lieve, ad andamento protratto, con tendenza a procurare un notevole disagio sul piano del funzionamento familiare, sociale e lavorativo. Infatti, le manifestazioni cliniche attenuate, la mancanza di sintomi psicotici e l’esordio precoce la fanno inquadrare nell’ambito delle manifestazioni caratteriali e fanno si che pazienti e familiari spesso non siano in grado di riconoscerla. La difficoltà nel porre diagnosi ritarda il trattamento e tende a favorire l’insorgenza di complicanze. Nelle forme ad esordio giovanile gli individui riferiscono pessimismo, tristezza e scarso slancio vitale fin dall’infanzia, per questo motivo un tempo si parlava anche di “Depressione caratterologica”. Pertanto, il carico di sofferenza e il disagio nel campo delle relazioni interpersonali sono assai rilevanti.
Che tipo di atteggiamento assumono le persone distimiche?
A differenza della Depressione Maggiore dove prevalgono il rallentamento psicomotorio e le alterazioni neurovegetative (fame, sonno, sessualità), nella Distimia emergono pessimismo, difficoltà nel provare emozioni positive, stanchezza con affaticabilità ed aumentato bisogno di sonno, difficoltà a proiettarsi nel futuro, apprensione e deficit della concentrazione. In sostanza, si tratta di individui introversi, cupi, “chiusi”, pessimisti, con scarsa autostima e poche relazioni sociali. Spesso hanno un atteggiamento passivo, dipendente e tendono ad evitare di “mettersi in gioco”. Sono talora presenti difficoltà in ambito sessuale che aggravano ulteriormente i rapporti con gli altri. Le suddette difficoltà portano spesso ad investire eccessivamente nel lavoro per cercare di dare un senso alla propria esistenza e, in effetti, risultano estremamente dediti ed affidabili in ambito lavorativo.Alcuni Autori distinguono delle varianti cliniche in base al quadro sintomatologico o all’età d’insorgenza verosimilmente sostenute da differenti meccanismi patogenetici, rispettivamente, Distimia Ansiosa e Distimia Anergica, oppure, Distimia a esordio precoce e Distimia ad esordio tardivo.
Sono presenti altri tipi di disturbi?
La Distimia è spesso aggravata dalla presenza di altri Disturbi in particolare quelli d’ansia e da uso di sostanze (soprattutto alcool a scopo ansiolitico e disinibente) con conseguente risposta più torpida al trattamento farmacologico. Una complicanza frequente è rappresentata dalla sovrapposizione di un episodio di Depressione Maggiore che si presenta nel 70% dei casi, la cosiddetta “Depressione doppia”. Le forme depressive sovrapposte al disturbo distimico aumentano il rischio di propensione al suicidio per cui è necessario un attento monitoraggio da parte del terapeuta e dei familiari.

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