di SUSANNA BENASSI Dalle finestre spalancate delle sale di Palazzo Panichi a Pietrasanta, nonostante la calura ancora marcata di metà agosto, penetra e si espande una nitida luce tipicamente settembrina preludio a un autunno imminente. Leggere e colorate come tante grandi farfalle le immagini disegnate da Girolamo Ciulla posano eleganti sulle pareti. Sono principalmente figure femminili dai tratti essenziali, spesso raffigurate in compagnia di animali dipinte in tinte vivaci che una leggera pioggia sembra aver corroso nel tempo, scivolando verticalmente su di esse.Soggetti che richiamano il "Mito", inteso nella sua accezione greca di "racconto", filo conduttore di tutta la produzione dell'artista. Il Mito è storia, ma anche leggenda, è sacro e profano, un percorso a ritroso alla ricerca delle proprie radici che riconducano ai bisogni primari dell'uomo connessi indissolubilmente alla natura generosa e matrigna, giudice instancabile, spartiacque tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Cerere,( Demetra per i latini), la dea greca che rappresenta la "madre terra" fonte di nutrimento fisico e spirituale , la protettrice delle messi, è presa a simbolo da Ciulla che a lei si ispira, da lei parte e ritorna come il ciclo delle stagioni che si ripetono all'infinito, come lo scorrere dell'esistenza che segue un sentiero circolare perché la vita è un susseguirsi di nutrimento e energia bruciata, di riposo e azione in un continuum andare e venire non tanto fisico quanto mentale che si chiama "casa"( origine).
Girolamo Ciulla è persona gentile dai modi impeccabili, poco incline a parlare di se stesso o dei sentimenti che si nascondono dietro la sua arte. Da vero artista a domanda risponde :" L'arte non si può spiegare, la si deve sentire e ognuno lo fa a suo modo. Non esiste un univoco significato in una determinata opera,ma molti e soggettivi.Dentro ogni mia scultura o disegno si nasconde un mio particolare stato d'animo, ma chi li osserva può leggerne uno proprio e che sia diverso o simile al mio non ha alcuna importanza.L' artista non è passivo, ma interagisce, lavora con il pubblico. Io faccio, tu guardi e interpreti in piena libertà."
Perché è passato dalla scultura al disegno?
Non è così, i disegni per un artista sono sempre il punto di partenza che sta alla base di una realizzazione scultorea, ma il più delle volte restano semplici "tracce" di un percorso più lungo e diverso. In questo caso ho deciso di svilupparli e mi sono divertito molto a unire colore e carta velina da cui deriva questo effetto di leggerezza e luminosità.
Ci spiega meglio la procedura che ha seguito per ottenere questo tipo di risultato? È una tecnica nuova?
Non ho inventato niente.Tutto dipende dall'effetto che si vuole ottenere.Per prima cosa ho realizzato il disegno, l'ho colorato usando la tempera, poi ho aggiunto la carta velina e sono intervenuto nuovamente con la tempera creando queste particolari colature di colore.
Perché ha voluto fare una mostra incentrata sul disegno?
È la prima volta che espongo i miei disegni custoditi gelosamente per tutti questi anni senza mai mostrarli a nessuno, forse per un senso di pudore perché raccolgono la mia parte più intima e personale come i sentimenti affidati alle pagine di un diario a cui solo il proprietario può accedere.Ma il disegno è magia e ne sono stato soggiogato. Osservandoli ho pensato di svilupparli e di esporli.
Parliamo delle fonti d' ispirazione e delle interpretazioni che vengono date della sua arte…
Mi ispiro alla mia terra d'origine, la Sicilia, al "Mito" ossia al "racconto" che la lega alla Dea Cerere (Demetra per i latini) protettrice della terra e del raccolto, raffigurata con alcune spighe di grano sul capo.La leggenda narra che sua figlia Persefone fu rapita da Ade, padrone del sottosuolo, che la sposò con la forza negandole così la possibilità di poter vivere in superficie.Demetra riuscì a convincere Ade a far trascorrere a Persefone almeno sei mesi sulla terra e da questo compromesso avrebbe avuto origine l'alternarsi delle stagioni. Quando Persefone è nel regno dei morti (autunno e inverno) tutto s' immobilizza, ma quando torna sulla terra dalla madre (Primavera e Estate) la natura rinasce a nuova vita e produce i suoi frutti.
Non corrisponde al vero quindi che i suoi soggetti sembrano ricordare l'arte egizia, come sostengono alcuni?
No,credo che questa interpretazione sia nata dalla forma ricorrente dei capelli che utilizzo nelle mie raffigurazioni, ma che invece, semmai, ha tratti in comune con le sculture preistoriche della Lunigiana.
Lo stesso vale per il coccodrillo, uno dei suoi simboli distintivi, che si racconta abbia scelto di rappresentare dopo averlo visto nel corso di un suo viaggio in Egitto?
È vero che sono stato in Egitto e sono rimasto affascinato sia dalla sua arte che dai coccodrilli, ma molti anni fa questo animale era presente anche in Sicilia e l' ho scelto per il suo "carisma" e come simbolo rappresentativo della mia terra.
A cosa si è ispirato invece, nella realizzazione del Manifesto per Rassegna della Versiliana?
Mi sono ispirato all'Alcyone di Gabriele d' Annunzio, a due righe in particolare che mi hanno molto colpito.
Riguardo alla mostra, c'è qualcosa che vorrebbe aggiungere?
Si, venite tutti a visitarla! Chiuderà domenica 18 Agosto.
IL MITO COME DISEGNO DELLA MATERIA- GIROLAMO CIULLA 19 Luglio- 18 Agosto 2013 Palazzo Panichi – Via del Marzocco/angolo Piazza Duomo – Pietrasanta Orario d' apertura: 19,00 ( chiuso il lunedì )
Note Biografiche
Girolamo Ciulla nasce a Caltanissetta nel 1952. Nel 1986 si trasferisce in Versilia, dove da allora vive e lavora, prediligendo per le sue sculture il travertino. Inizia ad esporre nel 1970 partecipando alla VII Rassegna d’Arte Contemporanea a Palazzo del Carmine nella sua città natale. Da allora sono oltre quaranta le mostre personali da lui realizzate in prestigiosi spazi espositivi sia pubblici che privati, in Italia e all’estero (Londra, L’Aia). Espone in rassegne dedicate alla scultura e nelle principali fiere d’arte italiane e internazionali. Sue sculture monumentali sono presenti anche nelle città di Seoul (Korea), Assuan (Egitto) e Malindi (Kenia).