EMICRANIA: COSA FARE E COSA NON FARE

di Susanna Benassi

Intervista al Dr. Angelo Nuti, Neurologo e Dirigente Medico presso la UOC di Neurologia dell’Ospedale Versilia e Responsabile dell’Ambulatorio per le Cefalee e della Sezione per la Neurologia d'Urgenza.

Intervista di Susanna Benassi Rebechi al Dr. Angelo Nuti, Neurologo e Dirigente Medico presso la UOC di Neurologia dell’Ospedale Versilia.

Il termine “emicrania” ossia “metà-testa” fu introdotto per la prima volta da Galeno da Pergamo nel 200 d.c., ma riferimenti di interesse medico a questa particolare forma di cefalea, seppur indiretti, risalgono già al 3000 a.c. e sono ricollegabili all'antichissima pratica di trapanazione del cranio eseguita con lo scopo di estrarre uno spirito demoniaco ritenuto responsabile del dolore. Tra le fonti scritte una delle più antiche è il papiro egiziano di Ebers risalente al 1500 a.c. nel quale si descrive un disturbo caratterizzato da una cefalea localizzata a una metà del cranio, accompagnata da nausea e vomito, che affliggeva un cortigiano del faraone. Ma è d' Ippocrate, nel 400 a.c., la prima descrizione di un’aura emicranica come fenomeno visivo seguito a breve distanza da un'intenza cefalea. Da allora, nei secoli, si sono succedute svariate descrizioni e ipotesi sulla natura di questo disturbo la cui origine rimane ancor oggi in parte da chiarire.

Cos'è l'emicrania?
L'emicrania e' la cefalea primaria più nota.Il termine emicrania che deriva dal greco -hemikranion- e significa " metà testa", non si riferisce alla localizzazione del dolore, ma indica una"sindrome” dolorosa complessa e ben definita.

Quando può insorgere e qual e' il sesso più colpito?
Insorge spesso in età giovanile, nell'infanzia o nei primi anni dell'adolescenza e presenta una andamento variabile sia da individuo ad individuo che nel tempo. Colpisce più frequentemente le donne con una prevalenza doppia rispetto al sesso maschile.

Come si manifesta una crisi emicranica?
È caratterizzata dalla comparsa di dolore intenso a esordio graduale che si mantiene, se non trattato, dalle 4 fino alle 72 ore. Il dolore solitamente,e' unilaterale con sede variabile, pulsante e accentuato a seguito di attività fisica. Al suo culmine si accompagna spesso a sintomi vegetativi come nausea, talora vomito e una spiccata suscettibilità agli stimoli esterni quali la luce, i rumori, gli odori. Durante la crisi l'emicranico tende, in genere, a rimanere sdraiato al letto in un ambiente buio e silenzioso.

Che differenza c'è tra l'emicrania, per così dire "pura e semplice", e quella con aura?
Nel primo caso il dolore si manifesta senza altri sintomi premonitori, nel caso invece di emicrania con "aura", presente in una minoranza dei casi, la sintomatologia dolorosa e' preceduta da un disturbo neurologico transitorio della durata variabile dai cinque ai sessanta minuti, denominato appunto "aura emicranica". Frequentemente e' caratterizzata da un disturbo visivo (visione di linee o punti scintillanti che si muovono nel campo visivo, sensazione di vedere attraverso un vetro smerigliato) ,più raramente da un disturbo sensitivo o del linguaggio.

Qual è la frequenza delle crisi emicraniche?
La frequenza delle crisi varia da soggetto a soggetto e nel corso della vita dello stesso.In alcuni casi la cefalea episodica può peggiorare in frequenza con crisi pluri-settimanali. Il rischio in questi casi è' l'abuso di farmaci da parte di chi ne è colpito.

Quali sono le conseguenze di questo tipo di abuso farmacologico?
L'automedicazione "fai da te" può rendersi responsabile della cronicizzazione e della trasformazione di una normale emicrania in una "cefalea da abuso di farmaci" più difficile da gestire e da trattare.

Perché l'emicrania colpisce di più le donne?
Nella donna in età fertile sono soprattutto le rapide variazioni dei livelli di estrogeni a scatenare le crisi emicraniche. Le situazioni a maggior rischio d'incremento delle crisi sono lla pubertà, il periodo mestruale, la settimana di sospensione del contraccettivo orale, il post-partum, l'inizio della menopausa, l'assunzione di una terapia ormonale sostitutiva.La gravidanza, invece, presenta un effetto protettivo nel 55/70% dei casi con una riduzione o remissione completa della cefalea.

L'emicrania si manifesta con caratteristiche diverse rispetto ai periodi sopra citati della vita di una donna?
Il ciclo mestruale è spesso riferito dalla donne affette da emicrania come causa precipitante. Spesso questi episodi sono più intensi, di lunga durata e più resistenti alla terapia antidolorifica. Nel caso dell'assunzione di contraccettivi orali ci può essere un peggioramento ed è' importante segnalare che l'uso della "pillola" è assolutamente controindicato in presenza di "emicrania con aura". Nella fase pre-menopausale ci può essere un netto peggioramento dell'emicrania per un crollo di produzione di estrogeni,ma in seguito si riscontra un netto miglioramento in circa il 35% dei casi. È' però anche possibile una cronicizzazione della cefalea, specie se la menopausa e' chirurgica, se c'è un abuso di farmaci, o se si associa a una sintomatologia psichica ansiosa e/o depressiva.

Da cosa ha origine l'emicrania?
I dati emersi negli ultimi anni dicono che nasce dal coinvolgimento di vari nuclei e strutture cerebrali deputate alla trasmissione delle informazioni dolorifiche.

Ci sono fattori scatenanti?
Si, nella gran parte dei casi la crisi può essere messa in relazione all'esposizione di fattori scatenanti che non rappresentano la causa dell'emicrania, ma ne sono, diciamo così, dei "provocatori".

Quali sono i fattori scatenanti?
Sono diversi… Le variazioni ormonali, come abbiamo detto, fattori di origine alimentare come l'alcool e in particolare il vino rosso perché contiene amine biogene, solfiti, composti fenolici e l'etanolo che sono vasodilatatori; il cioccolato, i formaggi fermentati. Fattori ambientali come le variazioni metereologiche, stagionali, gli stimoli luminosi,i rumori, gli odori intensi.Oppure fattori legati allo stress, ai disturbi del sonno. Farmaci (nitrati, IMAO,ranitidina e cimetidina)

La caffeina, invece, ha qualche effetto positivo o negativo?
Il rapporto tra mal di testa e caffeina e’ controverso .Dal 6 al 14% dei pazienti la ritiene un fattore precipitante, mentre altri ne traggono beneficio in particolare nella cefalea lieve.E' noto però che la sospensione brusca di assunzione di caffè in forti consumatori può determinare un peggioramento della cefalea.

Che differenza c'è tra l'emicrania e la nevralgia?
L'emicrania è un dolore di origine neuro vascolare che produce una crisi molto complessa. La nevralgia, invece, è una patologia caratterizzata da un dolore improvviso di un nervo periferico.

Che tipo di terapia deve essere seguita per combattere l'emicrania?
Il trattamento prevede la limitazione dei fattori scatenanti regolarizzando quanto più possibile lo stile di vita e una terapia farmacologica.

Se pensiamo al mal di testa, per associazione ci viene in mente l'analgesico, non basta? Che tipo di terapia farmacologica bisogna seguire in questi casi?
Il trattamento si avvale di una "terapia al bisogno" con antidolorifici o FANS che mira al controllo dell'episodio. Accanto ai farmaci piu' tradizionali si possono utilizzare i triptani, farmaci piu' recenti e specificatamente antiemicranici. Inoltre in caso di crisi frequenti con rischio di abuso di farmaci o scarsa risposta agli analgesici è necessario impostare una terapia preventiva.

In cosa consiste la terapia preventiva?
Consiste nell'assunzione quotidiana, per un periodo definito (almeno sei mesi) , di farmaci betabloccanti ,anti epilettici o altri farmaci che agiscono su uno dei trasmettitori del dolore – la serotonina-

La cura del mal di testa “fai da te” è quindi sconsigliata. A chi si deve rivolgere l'emicranico, per evitare le conseguenze sopra citate?
Sentito il parere del proprio medico di famiglia è bene farsi seguire in ambulatori specifici,presenti sul territorio.

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