di Nicola Giannaccini
I cumuli di lavarone che, anno per anno, invadono il litorale della Versilia non saranno più un problema. O almeno in teoria. Nella mattinata di sabato 12 aprile infatti, è stato inaugurato un nuovo impianto di trattamento e valorizzazione dei rifiuti spiaggiati. La struttura, posizionata all'interno di uno dei piazzali dell'Ersu a Pietrasanta, smaltirà all'incirca 7000 tonnellate di lavarone ogni anno, con la possibilità di incrementare il carico di lavoro in caso di necessità.
Prima dell'inaugurazione, alcuni operai dell'Ersu, con cartelli alla mano, hanno manifestato il loro disagio, spiegando di essere lavoratori precari dal 2009. I rappresentanti delle istituzioni presenti alla cerimonia, tra cui il sindaco di Pietrasanta Domenico Lombardi e quello di Forte dei Marmi Umberto Buratti, hanno aperto un dialogo con i manifestanti, impegnandosi a ricevere i rappresentanti dei 36 precari dell'ente, per approfondire la questione. Dopodiché i due sindaci hanno proceduto al taglio del nastro, insieme all'assessore provinciale all'ambiente Maura Cavallaro e al presidente dell'Ersu Alberto Ramacciotti, che ha espresso profonda soddisfazione per la realizzazione di tale progetto e vicinanza agli operai precari, augurandosi che ben presto possa essere risolta la questione. Lo stesso poi, non ha perso occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: “Questo impianto è un'opera molto importante, e di certo non può arrivare da una società di vagabondi, come invece alcuni ci definiscono”. Viva soddisfazione e ringraziamenti sono stati espressi da tutte le altre cariche presenti, che hanno anche sottolineato l'importanza di poter fare affidamento su una struttura di questo genere, date le problematiche ambientali ed economiche create puntualmente dal lavarone. Ma come funzionerà il nuovo macchinario e quali saranno i reali vantaggi? I rifiuti che si accumuleranno sulla riva del mare saranno trasportati nella zona di recupero, dove una macchina li vaglierà. A quel punto la sabbia ripulita sarà portata sul litorale (anche per combattere il fenomeno dell'erosione che si sta facendo sempre più prepotente nel corso degli anni) e i rifiuti recuperati e valorizzati. Ma parliamo di qualche cifra. La spesa totale per la partenza dell'impianto è stata di circa 700000 euro. Un costo ingente che – fanno sapere i responsabili – sarà comunque ammortizzato dal risparmio che creerà questa nuova realtà: 70 euro a tonnellata la spesa del nuovo smaltimento, anziché i 140 del vecchio metodo.
Certo è che l'intero stabile diventerà un punto di riferimento non solo per i comuni limitrofi, ma per tutta la costa (da La Spezia fino a Livorno), facendo del lavarone un business. Sì perché lo scopo è proprio quello di arginare eventuali emergenze di questo genere su tutto il territorio.