La coreografa-danzatrice Adria Ferrali, il danzatore Thomas Johansen e il drammaturgo svedese Harald Emgård continuano la collaborazione già iniziata felicemente proprio al Festival la Versiliana nel 2003 con “Hamletus Stirps Virilis” e presentano, attraverso un linguaggio corporeo ricco di simbologia e drammaticità, un emozionante progetto teatrale che ci accompagna dai tempi antichi fino alla contemporaneità. Basandosi sul rapporto “Vita Morte Fede”, che è poi il fulcro della drammaturgia de “Il Settimo Sigillo” di Ingmar Bergman, lo spettatore viene accompagnato attraverso tre grandi momenti della storia biblica esemplificativi nel trinomio, ancora “Vita Morte Fede” che è alla base dell’intera esistenza umana: la scelta di Adamo ed Eva, il sacrificio di Isacco e l’Apocalisse. Nel primo caso, paradigma della mancanza di fede che porta alla morte dell’innocenza e della perfezione, lo spettacolo prende spunto dal primo racconto della Genesi – da quelle che sono le “origini” del mondo – in cui si narra come Dio plasmi l’ uomo con il fango della terra e doni a tutti gli esseri viventi il cibo sacro di un mondo pacifico, e ci mostra come il rapporto di armonia del genere umano con la terra muti drasticamente in base ad una scelta ed alla scelta di un singolo uomo che, trasgredendo l’ordine divino, lo sostituisce con un suo progetto alternativo di indipendenza e di progresso. Perfetto contro altare, è invece, l’episodio del sacrificio di Isacco, emblematico della forza della fede che, pur apparentemente disumana, porta ad una soluzione di vita e di redenzione. Nel terzo quadro infine vi è la rappresentazione più chiara di questi concetti: la vita o la morte eterna non sono altro che conseguenza diretta di quanto l’uomo riesca ad abbandonarsi alla scommessa intangibile della Fede. La prospettiva che anima l’intero spirito di questo balletto è quella da sempre perseguita da Martha Graham – alla cui scuola si sono formati i ballerini e la coreografa di questo spettacolo – vale a dire la danza come evocazione dell’intima natura dell’uomo. Attraverso l’arte, che trova le sue radici nell’inconscio, sono la storia e la psiche del genere umano che vengono messe a fuoco. Ogni storia individuale quindi – quella di Adamo, quella di Isacco – reca sempre le tracce della memoria dell’umanità intera poiché – come affermò la stessa Graham – “in ognuno di noi vi è una memoria del sangue che ci parla, un sangue millenario, con le sue analogie ed i suoi ricordi”.
Adria Ferrali si esibisce in questo spettacolo insieme a Angelica Stella, una delle ballerine più promettenti nel panorama della danza contemporanea, il danese Thomas Johansen e Giovanna Gamma. Le musiche sono del compositore e pianista britannico Benjamin Britten, autore di “War Requiem”, scritto per la riapertura della Cattedrale di Coventry nel 1962, dell’eterno Wolfgang Amadeus Mozart, del compositore russo Alfred Schnittke e del longevo Ralph Vaughan Williams, figura centrale della sinfonia inglese del Novecento.