Maria Grazia (Rebechi) se ne è andata ieri. Si è spenta lentamente ma serenamente dopo anni di tribolazioni. Il Parkinson le è arrivato silenzioso alle spalle allungando lentamente e subdolamente i suoi tentacoli, ma lei non si è mai arresa. Con la caparbietà che le apparteneva lo ha combattuto e ostacolato fino alla fine. E con lo stesso ostinato impegno, ha reagito di fronte di fronte a tutti gli altri “incidenti di percorso” che il destino, beffardo, ha posto sulla sua strada già notevolmente dissestata. Diversi anni fa una distonia cervicale le ha fatto letteralmente cedere il collo sul petto, un disturbo questo che difficilmente trova rimedio, ma non ha mollato e contro ogni previsione medica è riuscita a rialzare la testa tornando a guardare il male dritto in faccia. Non ha ceduto nemmeno dopo un intervento chirurgico che l’ha costretta sulla sedia a rotelle. Con impegno e perseveranza si è rimessa in piedi e seppure un po' malferma sulle gambe ha ripreso a camminare. Mia madre è stata una gran donna, piccola nelle dimensioni, timida e riservata, ma dotata di una forza interiore e di uno spirito di sacrificio che raramente si riscontrano in un essere umano maltrattato dagli eventi quale è stata lei. Il suo attaccamento alla vita non l’ha mai abbandonata, nemmeno in questi ultimi quindici giorni, quando la vita non la voleva più. Una storia di malattia la sua, come ce ne sono tante, che obbliga malati e familiari a vivere in un contesto emotivamente precario e oggettivamente difficile da gestire. Ciò che fa differenza in queste vicende, così come nell’esistenza tutta, sono le persone che incontriamo sul nostro cammino. E da questo punto vista la mamma è stata fortunata. Perciò, nella triste circostanza della sua morte, non posso non ringraziare tutti coloro che, ognuno nel suo campo di azione, hanno alleggerito a lei e a tutti noi il peso di un' amara e lunga esperienza. Un grazie particolare va all’amico Dr. Claudio Lucetti, neurologo dell’Ospedale Versilia che dal 2003, anno in cui le diagnosticò la malattia di Parkinson, l’ha seguita con professionalità, dedizione e affetto fino alla fine di quest’ultimo capitolo. Un sentito grazie anche al Dott. Alessio Cuturri (fisioterapista), a Alessandro (infermiere ), alla farmacia Tessari di Pietrasanta, a tutti coloro che a vario titolo ci sono stati d’aiuto nell’assistere la mamma in tutti questi anni e agli amici vecchi e nuovi che mi sono stati vicini. Infine, un grazie di vero cuore alla Drssa Lucia Tonelli, Primario della Casa di Cura M.D.Barbantini, che in questi conclusivi e difficilissimi giorni si è presa amorevolmente cura di Maria Grazia fino alla sua dipartita.
“Chi ha un perché per vivere può sopportare quasi ogni come.(Friedrich Nietzsche)”
Ciao Mamma.
Susanna Benassi