con un'indagine esistenziale austica e irriverente, una commedia sorridente ma impietosa, dove nessuna verità viene data per scontata e nessuna scontatezza viene data per verità: una "rappresentazione sacra" con poco, pochissimo sacro… E molto, moltissimo comico.
Del tipo: E i due ladroni? Che fine hanno fatto? I vangeli raccontano le ultime drammatiche ore di Gesù sulla croce, ma di quello che hanno passato gli altri due poveracci appesi là sopra nessuno ci ha mai detto niente. Come avranno vissuto le ultime ore della loro sciagurata esistenza? Erano pronti ad affrontare l'ineluttabile destino o se la facevano sotto? Cosa si saranno detti per passare il tempo prima della condanna? Avevano la consapevolezza di essere solo i comprimari della Passione, due misere comparse in un evento che avrebbe cambiato il senso della Storia? O forse pensavano di avere voce in capitolo, di poter cambiare il corso degli eventi? E di quell'altro condannato, del tizio con la barba appeso in mezzo a loro… Cosa pensavano?
A riempire questo imperdonabile vuoto escatologico ci hanno pensato finalmente Luca e Paolo, con uno spettacolo teatrale che intende rievocare la millenaria tradizione delle rappresentazioni sacre medievali… Senza riuscirci neanche per sbaglio.
Con Luca e Paolo, i temi più importanti del pensiero umano – la vita e la morte, il Bene e il Male, il senso ultimo dell'esistenza – finora appannaggio esclusivo di filosofi e teologi illuminati, diventano improvvisamente materia per comici. Con tutte le conseguenze del caso.