Uno scenario che fa ribrezzo, ma che è purtroppo figlio del nostro modo di essere. Secondo uno studio dell’associazione Opération Mer Propre, attiva sul territorio francese, il mare è popolato «più da mascherine che da meduse». Possibile? Pare di sì. Prendiamo questo altro dato: l’Ispra ha stimato per tutto il 2020 tra 160mila e 440mila tonnellate di dispositivi anti Covid-19 da trattare come spazzatura indifferenziata. Gli inceneritori non bastano, soprattutto al sud. E con la riapertura delle scuole ce ne saranno altre 11 milioni al giorno da smaltire. Ora che gli inceneritori non siano la panacea – anzi – e’ cosa nota, ma gli esperti dicono che fra bruciare e disperdere le mascherine, come sta avvenendo, la prima opzione è la migliore. Nel frattempo però il mare è ricettacolo della nostra cultura impoverita che ci porta a deturpare e a contaminare sempre più l’ambiente.
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