I migliori videogiochi tratti da libri

I videogiochi sono ormai uno degli intrattenimenti più diffusi al mondo. È difficile pensare come in soli pochi anni si è passato dal vederli come una cosa negativa e con una brutta influenza per i giovani ad uno dei passatempi più comuni e spesso istruttivi.

È giusto anche attribuire i meriti a chi spettano, infatti spesso i mondi creati all’interno di questi giochi non sono frutto dell’immaginazione degli sviluppatori, ma di scrittori e dei loro libri. Tuttavia, per renderli appetibili ad un pubblico di videogiocatori sono stati completamente riadattati in modo da poter offrire più divertimento e azione.

Uno dei franchise più famosi degli ultimi tempi è di sicuro quello di The Witcher, sono infatti stati fatti libri, videogiochi e una serie TV con protagonista Geralt di Rivia. Come in molti altri casi, l’origine del mondo fantastico del “witcher”, in italiano strigo, sono tratte da un libro, in questo caso una serie di libri firmati dallo scrittore polacco Andrzej Sapkowski iniziata nel 1990. Il mondo di Geralt di Rivia è davvero completo e ricco di dettagli, non a caso sono stati scritti due raccolte di racconti e sei romanzi che narrano nei minimi particolari un mondo fantastico in stile fantasy medievale.

Nel 2007 gli sviluppatori CD Projekt RED hanno pubblicato il primo videogioco tratto da questa saga, ma il vero e proprio capolavoro è stato fatto con The Witcher 3, il titolo per PlayStation 3 e Xbox che ha vinto il premio di Gioco dell’Anno nel 2015. È proprio con questo gioco che lo strigo Geralt ha conquistato tutti e ha raggiunto la fama mondiale. Naturalmente la maggior parte del gioco, come le ambientazioni e i personaggi, sono tratti dalla saga di libri, ma molto altro non lo è. Infatti, dal punto di vista della trama non ci sono molte connessioni con i libri, ma questo ci permette di creare tantissime amicizie o inimicizie con i vari personaggi che incontriamo nelle missioni secondarie. Altre aggiunte che hanno reso il gioco molto più stimolante e accattivante per i giocatori sono gli innumerevoli scontri con tipi diversi di mostri, che bisogna sconfiggere con tecniche diverse a seconda delle loro qualità, e il passatempo molto elaborato Gwent, con il quale possiamo sfidare a carte molti dei personaggi del gioco.

È difficile da immaginare ma anche il videogioco Cyberpunk 2077, il gioco più atteso del 2020, è stato tratto da una serie di libri. I libri scritti da Mike Pondsmith sono molteplici, il primo ambientato nel 2013 fino a Cyberpunk Red basato nel 2045. Il videogioco in questo caso viene dopo e riprende tutti i temi e dettagli dalla saga di libri

Un altro gioco che ha appassionato milioni di giocatori basato su combattimenti e moralità è Dante’s Inferno. Non vi sbagliate se state pensando che sia tratto dal sommo poeta Dante Alighieri, di cui quest’anno abbiamo festeggiato il settecentesimo anniversario, e dalla sua Divina Commedia, per quanto strano possa sembrare.  Come potete immaginarvi però è spoglio di tutte le osservazioni sociali legate alla sua epoca, vale a dire il XII secolo, ma mantiene il mondo che Dante ha creato nell’Inferno con tutti i suoi gironi. Come stile, Dante’s Inferno non mantiene lo stile e la trama dell’opera originale, piuttosto è basato su combattimenti in terza persona senza molto spessore ideologico sottostante. Nel videogioco affrontiamo tutti i gironi dell’inferno, ognuno basato su un peccato mortale diverso da quello precedente come nella Divina Commedia, ma qui i mostri saranno simili sia nell’estetica che nelle loro capacità al peccato di riferimento. Il finale purtroppo finisce con un colpo di scena, ma sfortunatamente per i fan, un sequel non è in vista. Il protagonista del gioco è proprio Dante, un veterano della Terza Crociata, e il suo scopo nell’Aldilà è quello di salvare la propria amata, vale a dire Beatrice, dal Diavolo. Nel suo viaggio in tutti i gironi, il protagonista deve affrontare tutti gli scheletri di guerra vissuti durante la Crociata e gli scheletri del passato della sua famiglia.

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