Andrea ha 1 anno. Forse 1 anno e mezzo. E’ un gatto, un piccolo gatto come tanti. Randagio, dolce, curioso. Poi un giorno trova un riparo e li si accosta: attende qualche mano ignota, riflessi di cuore, il gesto che porta carezze. E cibo. E quella mano arriva. Andrea non teme l’umano, lo segue. Si fida. Perché non dovrebbe? E poi finalmente si sente protetto e ama giocare.
Qualche giorno fa Andrea si accosta ad un altro riparo, fiducioso come sempre: si struscia, fa le fusa, gioca. Sono attimi. Una nullità umana , intrisa di violenza e vilta’, lo colpisce violentemente con un calcio. Perché, forse, Andrea e’ entrato nella sua proprietà. Ma non e’ un perché. Non ci sono perché.
Andrea fugge: la nullità senza volto prova a colpirlo di nuovo. Non riuscendoci. Andrea e’ già distante, in un campo.